Lutto in F1, è morto il pilota: dramma in casa Ferrari

Dramma in casa Ferrari dove è venuto a mancare uno dei suoi piloti più iconici. Una vera e propria tragedia per tutta la F1.

La notizia è stata diffusa dalla stessa famiglia del pilota. L’amato pilota francese Patrick Tambay si è spento questa domenica dopo una lunga malattia. Nato a Parigi il 25 giugno 1949, comincerà a dilettarsi con grandi risultati nello sci, salvo poi cedere al richiamo delle corse su quattro ruote. E’ il 1977 quando scende in pista per la prima volta in F1 schierato dalla Ensign Ford e in seguito dal Theodore Team dopo aver fatto apprendistato in Formula Renault e in Formula 2, dove chiuderà 2° nel 1975 e 3° nel 1976.

F1 Lutto
F1 Lutto Patrick Tambay

Al via di 114 gran premi, indosserà i colori di grandi marchi. La McLaren nel 1978 e nel 1979, poi la Ferrari nel 1982, all’indomani del tragico incidente occorso sul tracciato belga di Zolder all’indimenticato Gilles Villeneuve, e nel 1983, quindi la Renault nel 1984 e nel 1985.

Due sono le vittorie che è riuscito a conseguire in un’epoca in cui affermarsi era, se vogliamo, ancora più  complesso di oggi, essendoci molta concorrenza. La prima fu in Germania nell’82, nel weekend che vide il compagno di box Didier Pironi ferirsi in maniera talmente importante da non poter più proseguire la carriera, e l’anno successivo ancora con il Cavallino sul circuito di Imola. Salito sul podio in 11 occasioni, scatterà dalla pole position in 5 eventi.

Malgrado un discreto ruolino, la sua avvenuta nella top class, sarà perlopiù caratterizzata dalla sfortuna. Spesso costretto al ritiro, 61 saranno i suoi ko in totale. Roba da record. Nonostante le sue capacità, non riuscirà mai a terminare in posizione più avanzata della quarta, ancora una volta con l’equipe di Maranello nell’83. In quel preciso frangente sarà messo dietro soltanto da Nelson Piquet e dai connazionali Alain Prost e René Arnoux.

Addio a Tambay, la sua carriera fuori dalla F1

Dopo aver deciso di imbarcarsi per gli States, nei periodi di allontanamento dalla massima categoria, si metterà alla prova nella CanAm, diventandone campione nel 1977 e nel 1980.

Infaticabile stakanovista del motorsport, quello d’antan, in cui chi correva nella massima categoria, nelle pause si lanciava in altre imprese, su veicoli magari piuttosto diversi. Di lui si ricordano altresì le quattro partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans con tre uscite di scena anzitempo, e un quarto posto nel 1989.

Innamorato dei rally raid, tenterà più volte negli anni ’80 la Dakar. Non quella sprint di oggi, bensì quella vera e brutale che dalla Ville Lumière portava nella capitale del Senegal, concludendo terzo nelle edizioni 1988 e 1989.

Giunto il momento di andare in pensione, si dedicherà al ruolo di consulente per la tv, in particolare per l’emittente RMC Sport.

Colpito da Parkinson si ritirerà dalle scene, continuando però a seguire il percorso automobilistico del figlio Adrien.

In occasione di un’intervista rilasciata ad inizio 2014, a chi gli domandava quale potesse essere un corridore che gli assomigliava, pur non trovandone uno, elesse il suo preferito. “Jules Bianchi. E’ un autentico corsaiolo. Uno valido“, disse, ovviamente inconsapevole dei risvolti tragici che si sarebbero verificati da lì a pochi mesi.

Ora però sono lassù entrambi. E chissà a quanti testa a testa daranno vita assieme…

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