F1, qual è la differenza tra “graining” e “blistering”? Quello che pochi sanno

In molti GP di F1 si sente parlare in maniera insistente di problemi di gomme dettati dal “blistering” e dal “graining”, ma cosa sono?

La Formula 1 si sta perfezionando sempre di più e soprattutto stanno diventando ormai comuni diversi termini tra gli appassionati, con la gestione delle gomme che è diventato ormai un punto focale per poter vincere le gare, per questo motivo “blistering” e “graining” devono essere spiegati.

F1 Blistering e Graining (LaPresse-Ansa Foto)
Blistering e Graining (LaPresse-Ansa Foto)

Sono ormai diverse le stagioni nelle quali alcuni termini inglesi sono diventati sempre più comuni nel lessico collettivo dei tifosi della F1, con il mondo delle quattro ruote che si sta sempre di più evolvendo.

Da qualche anno non è più possibile fare il rifornimento di benzina durante i pit stop, per questo motivo diventa assolutamente fondamentale riuscire a gestire nel miglior modo possibile le gomme.

Ecco dunque come mai sempre più spesso durante i vari Gran Premi si sente continuamente parlare di alcuni termini che per molti potranno sembrare strani e inconsueti, come per esempio “blistering” e “graining”.

Ogni qualvolta i telecronisti pronunciano queste parole si drizzano immediatamente le antenne di tutti i tifosi davanti al teleschermo, perché pur non conoscendone perfettamente il significato, si capisce immediatamente che c’è un problema alle gomme.

Ma allora forse è giunto il momento di cercare di spiegare in maniera più approfondita cosa vogliono dire queste determinati termini e come mai sono così dannosi per i piloti e per il buon proseguimento della gara per le Scuderie.

Partiamo da quello che viene maggiormente sentito e conosciuto, ovvero il “blistering”, una situazione che porta a un chiaro ed evidente solco nella parte centrale della gomma, dunque questo porta a un ingresso costante di aria nello pneumatico.

Ma perché accade questo blistering, beh diciamo che la motivazione è abbastanza semplice, perché il tutto è derivato da un eccessivo surriscaldamento delle gomme.

Il muoversi delle gomme sfrutta chiaramente l’energia cinetica, dunque più si aumenta la velocità e più a sua volta aumenterà il calore, dunque in questo caso parliamo di energia endotermica, con il calore esterno che viene introdotto all’interno delle gomme.

A questo punto dunque che cosa succede all’interno dello pneumatico? Bè vanno a formarsi una sorta di piccole bolle che a poco a poco vanno a ingrandirsi intanto che la monoposto continua a correre, dunque più giri si fanno in questa condizione di “blistering” e più lo pneumatico verrà rovinato.

Ovviamente questo surriscaldamento è graduale, infatti parliamo di blistening nella fotografia a sinistra che potete vedere all’interno di questo articolo, anche se in questo caso la Mercedes di Lewis Hamilton ha solamente un principio di blistering ancora molto controllabile.

In assoluto però possiamo dire che questo sia il peggior nemico di tutti i piloti, perché queste bolle portano a una completa distruzione dello pneumatico, infatti notiamo come al termine delle gare le gomme che hanno dovuto percorrere tanti giri in condizioni di blistering siano completamente da buttare.

F1, il blistering è un problema enorme: il graining non è però da meno

Invece cosa accade quando si parla di un problema legato al graining nel mondo della F1?

Ovviamente stiamo sempre parlando più importante danno alla vettura, con il rallentamento che ne comporta che può portare a tutti gli effetti a rovinare la gara di ogni pilota.

La logica del graining però è completamente diversa rispetto al blistering, anzi possiamo dire che è esattamente il suo opposto.

Infatti questo fenomeno che rallenta e che deteriora le gomme si rifà prevalentemente sul problema legato allo “sporco” che si trova all’interno della pista e dunque si tratta dell’abrasione che si forma sulla superficie.

Va detto che se il problema del blistering è prettamente dettato dallo stile di guida del pilota, infatti un campione come Max Verstappen è geniale nel saper gestire il riscaldamento degli pneumatici e dunque ci vogliono tanti giri per rovinare così tanto la sua gomma, per il graining spesso è dettato da errori nella costruzione della vettura.

Infatti la costruzione di una monoposto con un assetto non troppo bilanciato è indiscutibilmente un grande ed evidente problema che comporta a un deterioramenti delle gomme soprattutto nella sua superficie.

Inoltre questo problema può avvenire anche nel momento in cui un pilota cerca di forzare la macchina quando è uscito dal pit stop e si ritrova un rivale immediatamente alle sue spalle.

In questa condizione colui che è uscito dal box cercherà di spingere la vettura in modo eccessivo in un momento in cui la gomma non è ancora entrata in temperatura e può portare a un effetto graining.

Dunque mi auguro che con questo articolo le vostre idee sull’argomento siano un po’ più chiare e possiate così apprezzare sempre di più il magico mondo della F1.

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