KTM, il boss Pierer lancia un allarme pericoloso per il futuro della MotoGP

Dopo l’acquisizione di MV Agusta, il capo del gruppo KTM ha parlato della MotoGP e ha svelato un futuro che potrebbe essere davvero nero.

Un 2022 comunque positivo per KTM in MotoGP, con due vittorie (anche se in condizioni di asfalto bagnato) ma la consapevolezza che per essere sempre lì con i migliori c’è ancora tanto lavoro da fare. La casa austriaca continua a fare progressi nella classe regina, dove è entrata ufficialmente nel 2017 dopo i successi in Moto3 e Moto2. Sapeva benissimo che sarebbe stata un’impresa recuperare case come Honda, Yamaha e Ducati che da tempo sono il punto di riferimento, ma passo dopo passo, con grande spirito di abnegazione e personaggi chiave (vedi Dani Pedrosa) sono riusciti a portarsi a ridosso dell’élite del motociclismo Mondiale. Ma non vogliono fermarsi.

La KTM MotoGP (ANSA)
La KTM MotoGP (ANSA)

Il team infatti sta lavorando alacremente sul progetto 2023, ma anche per costruire e migliorare costantemente il suo gruppo di lavoro. KTM già negli ultimi anni ha preso alcuni “rinforzi” dagli altri marchi per accelerare nel progetto MotoGP e anche negli ultimi mesi si è agito su questo aspetto, guardando molto in casa Ducati.

Basti pensare a Francesco Guidotti, nuovo team manager della squadra ufficiale, ma anche Fabiano Sterlacchini, diventato recentemente nuovo direttore tecnico. Ma la “campagna acquisti” non è finita qui: infatti i vertici di Mattighofen hanno deciso di puntare su Alberto Giribuola, capotecnico di Enea Bastianini nel team Gresini, e Christian Pupulin, capotecnico di Jack Miller, altra new entry a cui fa posto Miguel Oliveira, che passerà in WithU RNF Aprilia.

Il marchio austriaco però è in forte espansione anche al di fuori degli sport motoristici. Infatti l’azienda presa in gestione da Stefan Pierer è diventata ora parte di un gruppo di successo globale che conta al suo interno marchi storici come la Husqvarna Motorcycles, acquistata da BMW nel 2012, ma anche il produttore spagnolo GASGAS. E proprio in queste settimane è arrivata la conferma che è entrata ufficialmente anche la MV Agusta, marchio storico di moto italiano, dopo anni invece di tentativi infruttuosi con Audi per avere la Ducati.

Pierer e il futuro di KTM in MotoGP

L’acquisizione di MV Agusta ha però creato una serie di voci che riguardano il celebre marchio, attualmente in Moto2. In particolare si è parlato della possibilità che il marchio italiano possa comparire presto sulle carene delle moto austriache. Ma il gran capo Pierer ha smentito a InSella.it la questione, mostrando però che il futuro di MV Agusta sia decisamente diverso da quello di Husqvarna o GASGAS.

“Il nostro successo nella produzione si basa sul fatto che utilizziamo piattaforme tecniche, ovvero piattaforme di motori, basate sul modello dell’industria automobilistica e ci rivolgiamo a diversi gruppi target con design adeguati e orientamento al prodotto – ha detto -. Abbiamo una piattaforma tecnica per la produzione di massa e un’altra per lo sport motociclistico. Promuoviamo i diversi marchi del gruppo su queste piattaforme. Funziona benissimo ed è efficace. Lo sviluppo dedicato per ogni brand è inutilmente costoso”. Ma ha spiegato che MV Agusta non rientra in questa strategia: “Abbiamo già GASGAS, ma solo come marchio. Non intendiamo sviluppare tecnologie diverse in parallelo, sarebbe troppo costoso e la situazione economica generale non lo consente”.

Pierer però parallelamente ha lanciato un clamoroso allarme che non riguarda solo KTM ma anche gli altri marchi presenti in MotoGP: “Dobbiamo vedere come possiamo continuare lo spettacolo nel motomondiale… Stiamo andando verso una recessione. Ecco perché dobbiamo tenere d’occhio gli sviluppi in MotoGP. I costi non devono esplodere, per esempio nell’aerodinamica. Sono curioso di vedere come sarà tra un anno o due. L’uscita di Suzuki è un campanello d’allarme. Anche altre fabbriche potrebbero lasciare la MotoGP se i costi continuano a salire“. Quindi occhio, perché dovesse continuare questo trend, il rischio è che questi marchi, Mv Agusta compresa, possano dire addio al Motomondiale. E sarebbe una tragedia.

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