Grandine sull’auto: quali coperture usare e come funzione l’assicurazione

La grandine è una delle nemiche delle macchine. Ecco cosa fare per evitare danni importanti e alcune dritte per l’assicurazione.

Quando comincia a grandinare, principalmente bisogna sperare che i chicchi non siano tanto grandi. Questo vale specialmente per chi è in possesso di strutture non in muratura e ovviamente per tutti gli automobilisti che parcheggiano in esterno, o si trovano in strada mentre il temuto evento atmosferico si verifica. Soprattutto ora che con il riscaldamento globale, il meteo fa le bizze regalandoci eventi estremi, è bene prepararsi per evitare il peggio.

Grandine (AdobeStock)
Grandine (AdobeStock)

Siccome prevenire è sempre meglio che curare, è bene tenere presente alcuni accorgimenti. Ad esempio controllare lo stato dei cristalli. Soprattutto il parabrezza, poiché assieme al cofano, è uno dei primi elementi ad essere colpito. E’ importante, dunque, assicurarsi sempre che siano in perfette condizioni, in quanto se compromessi da precedenti urti possono cedere al primo colpo un po’ più violento.

Giusto per la precisione va detto che il cristallo di una vettura  è composto da 3 strati: i due esterni sono in vetro, mentre la parte centrale è in plastica. Per questo è sempre meglio farlo controllare ad un esperto.

Grandine sull’auto: quale copertura scegliere

In ogni caso, esistono 3 tipologie di teli antigrandine per tenersi lontano dai danni.

Il più economico è quello di gommapiuma. Ha un prezzo che oscilla tra i 50 euro e i 100 euro. Nell’estetica è del tutto simile ad un comune telo per macchine, tuttavia sulla parte superiore si trova uno strato in gommapiuma che ha la funzione di attutire la forza esercitata della caduta dei chicchi. La grandezza è ampia, di conseguenza si riesce a coprire l’intero mezzo e non si rischia di perderlo in presenza di forti raffiche di vento.

Vi è poi l’ombrello antigrandine. Il modo in cui viene posizionato ricorda quello di un grande parapioggia comune ondulato. In realtà è un normale telo che si può installare sul tetto della vettura e riesce bene a ridurre le ammaccature. Qui il costo lievita un po’ fino a raggiungere i 200 euro. Ma bisogna prestare attenzione. Proprio per il suo carattere provvisorio e instabile, in caso di forte aria, può volare via.

Infine, abbiamo il telo gonfiabile. Per averlo bisogna sborsare tra i 350 e i 400 euro, perché viene creato ad hoc sulla vettura. Ricorda un po’ una corazza che va a proteggere l’intera carrozzeria ed è costituita da camere d’aria. In questo caso il pericolo è che i chicchi, rimbalzando su questa armatura, vadano a danneggiare persone, abitazioni o veicoli in sosta. In pratica, se si vuole utilizzare questa strada, meglio assicurarsi che non ci sia niente e nessuno nelle vicinanze.

Quali altre soluzioni contro la grandine

Se non si vogliono spendere soldi per i teli, un’alternativa è rappresentata dalle strutture di protezione. Questo ovviamente se si possiede una villa o comunque una casa isolata. La maniera più conosciuta e pratica è quella della tettoia. Facilmente gestibile e montabile. Di solito questa via è la più ambita da coloro che odiano vedere ammaccature sulla propria auto, ma non possono permettersi il box o altri ripari al chiuso.

In secondo luogo, si può optare per la rete. Se la prima è una struttura fatta e finita,  garantisce protezione totale ed è costruita ad hoc sul mezzo, quest’ultima è meno solida e più approssimativa. Spesso è a forma di tunnel e può essere montata su un sostegno esistente o su un gazebo.

C’è sempre il fai da te

Chi non ha spazio per montare alcunché, piuttosto che non ha interesse a fare una spesa tanto importante, per qualcosa che, effettivamente, non capita molto di sovente durante l’arco di un anno, può riparare su idee più casalinghe. Sulla scia dei metodi della nonna. Industriandosi ad utilizzare ciò che già si possiede e convertirlo in una soluzione contro la grandine.

Un esempio sono i materassini da mare gonfiabili. Anziché buttarli via, se vecchi, possono essere usati per coprire le sezioni più sensibili. Non va però dimenticato di legarli bene, con corde e ganci. Trattandosi di materiale piuttosto leggero, è un attimo che vola in caso di vento.

Un’altra opzione è il pluriball per imballaggio. Basta andare sul web e se ne trova di ogni dimensione e a costo contenuto. Anche qui è fondamentale attaccarlo bene, altrimenti tutti gli sforzi saranno stati inutili.

Infine, non possiamo non citare le coperte vecchie. Non saranno il massimo, ma se piuttosto spesse, possono comunque dare una mano. Certo, se i chicchi sono davvero grossi, non ci sono grosse chance.

Cosa fare se siano in viaggio

A chiunque sarà capitato di essere in strada, magari con un ampio tratto ancora da fare e trovarsi nel bel mezzo del maltempo. Raffiche di vento, pioggia a secchi o appunto grandine, possono coglierci di sorpresa e in alcuni casi anche spaventarci. La domanda chi tutti si pongono in tali frangenti è, cosa fare?

Il consiglio più banale, da non trascurare, comunque, è diminuire la velocità e incrementare la distanza di sicurezza da chi ci precede, così da evitare incidenti se questi dovesse frenare bruscamente. Subito dopo, mettersi alla ricerca di un riparo, che sia una galleria, un viadotto o un parcheggio coperto. tutto questo, ovviamente facendo attenzione, e non distraendosi, perché basta un attimo ed è il patatrac.

L’assicurazione in caso di grandine: come funziona

Per evitare grosse spese, è bene magari munirsi di una copertura assicurativa adeguata che, se ce ne fosse bisogno può intervenire, salvandoci il portafoglio. Le polizze più comune in circolo sono quella che riguarda Cristalli e Vetri e quella dedicata agli Eventi Atmosferici e Naturali.

Entrambe possono essere offerte con o senza franchigia. Nel primo caso, la compagnia assicuratrice andrà a rimborsare soltanto una percentuale dei danni provocati dalla grandine, rimanendo nei limiti prefissati. Ciò sta a significare che se i danni causati dai chicchi di ghiaccio raggiungono i 1350 euro e l’assicurazione prevede una copertura  solamente fino a 650 euro, il proprietario del veicolo dovrà tirare fuori i restanti 700 euro. Nella seconda soluzione, invece, la compagnia provvedere a coprire l’intera spesa, ma ne consegue che la polizza stipulata costerà un po’ di più.

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