Red Bull in crisi? La scioccante profezia del boss Mercedes

Il capo Mercedes Wolff ipotizza tempi bui per la Red Bull. Dopo aver vinto entrambi i titoli 2022, potrebbe esserci un colpo di scena.

Toto Wolff si sfrega già le mani. La penalità inflitta alla scuderia energetica dalla FIA per aver infranto di 2,2 milioni di dollari il budget cap 2021 non è severa quanto avrebbe sperato, ma per il dirigente della Stella è comunque qualcosa. Non tanto per i 7 milioni di dollari di multa, quanto per il 10% in meno di tempo a disposizione in galleria del vento.

Stando al parere del viennese, le 202 ore da dedicare all’aerodinamica, anziché 224 come avrebbe dovuto essere in qualità di team leader tra i costruttori, si faranno sentire. Eccome. A pesare sarà anche lo stesso tetto di spesa che essendo ancor minore, renderà il recupero in itinere più complesso.

Mercedes, Toto Wolff (LaPresse Foto)
Il boss Mercedes Toto Wolff (LaPresse Foto)

Ciò a cui assisteremo, sarà dunque, un campionato più vivo, con forze in campo più vicine, dove anche le squadre piccole potranno dire la loro. Anche se, ovviamente, è sbagliato dare la Red Bull per spacciata. Per il 50enne le sanzioni saranno comunque uno sprone.

La Mercedes detta gli obiettivi per il 2023

Spostando il radar sul suo gruppo, Wolff ha dichiarato di non essere particolarmente ottimista. Malgrado una coda di Mondiale in crescita e un vittoria arrivata in Brasile con George Russell, ha asserito con cautela: “Non sono sicuro che torneremo a competere per il campionato, in quanto la concorrenza è molto forte. tuttavia faremo tutto ciò che è in nostro potere per alzare l’asticella e raggiungere gli obiettivi fissati”.

Il pessimismo cosmico è figlio sicuramente della sberla ricevuta in questa annata. Qualcosa di imprevisto. Inatteso. Che mai la Casa di Stoccarda poteva immaginarsi venendo da un dominio senza soluzione di continuità, partito nel 2014 con l’inizio dell’era ibrida della F1.

Tanto solido era il suo stato di forma, che pareva impossibile un tondo del genere. Ed invece è bastata una rivoluzione tecnica. L’ingresso dell’effetto suolo, per far tramontare le certezze.

La regressione, ovviamente non è stata ben accolta dallo staff dell’equipe, ma per il sagace dirigente ha portato anche un beneficio. “Ha permesso di rimotivare e rienergizzare l’organizzazione“, ha detto. “Ci ha fatto tornare con i piedi per terra e apprezzare il sapore della vittoria“.

quando si è abituati alla supremazia, arrivare davanti a tutti può diventare scontato, e la scoppola ricevuta a sorpresa in questa stagione, ha avuto il sapore di un bagno di umiltà. Quello che in molti si auguravano, vertici dello sport compresi, stanchi di vedere al primo e al secondo posto sempre i soliti noti.

Per risolvere i problemi di porpoising non abbiamo evoluto la W13 quando e quanto avremmo dovuto“, ha poi spiegato parlando di un impasse creatosi tra Brackley e Brixworth proprio per mettere una pezza a quanto non stava funzionando in quel momento. “Considerato che per questa storia abbiamo perso sei mesi, sarà parecchio arduo recuperare su Ferrari e sulla compagine di Milton Keynes. E’ un po’ come se fossimo impegnati nei 100 metri, partendo 10 metri più indietro. Per questo dovremo dare prova di saper correre più veloce degli altri“, ha chiuso il suo pensiero con una metafora mutuata dall’atletica.

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