Ferrari non sviluppa più? Binotto svela tutta la verità

Il 2022 della Ferrari è stato dalle stelle alle stalle. Ad un solo appuntamento dalla fine, il boss Binotto svela cosa non ha funzionato. 

La cosa peggiore, forse, è aver fatto venire l’acquolina in bocca ai tifosi che, dopo un lungo digiuno, si erano illusi di poter festeggiare al termine della prima stagione dell’era effetto suolo. Anche nel 2022 la Ferrari ha deluso, sebbene sia innegabile il suo recupero dalle posizioni che certo non gli si addicevano dello scorso anno e ancor di più del 2020.

Mattia Binotto (LaPresse Foto)
Mattia Binotto (LaPresse Foto)

Come in suo costume, la Scuderia non è stata in grado di dimostrarsi costante, sbagliando nelle strategie e probabilmente nel modo di gestire i piloti che, a loro volta, non sono certo stati impeccabili. Complessivamente, quindi, il campionato del team italiano, è stato più da bicchiere mezzo vuoto, che mezzo pieno, al di là dei quattro successi di gara. Tre firmati da Leclerc. Uno da Sainz. 

Partita bene e con il piede giusto, la squadra modenese ha via via perso terreno venendo mangiata, anzi, sbranata dalla Red Bull. E il distacco nella generale costruttori, pari a 205 finora, ne è la prova provata.

Un numero pazzesco che fa intuire che non ci abbiano mai creduto e neppure abbiano tentato di invertire la rotta.

Binotto svuota il sacco: cosa è davvero successo

La domanda che sorge spontanea a questo punto, è come sia stato possibile. Perché a Maranello non sono stati in grado di reagire? Ebbene, all’interrogativo ha replicato il boss Mattia Binotto, rivelando cosa li ha portati a “congelarsi”.

Non è stata una scelta. Avevamo semplicemente finito i soldi del budget cap. Di conseguenza non abbiamo più potuto sviluppare la monoposto e ci siamo bloccati”, le sue parole riportate a Motorsport.com.

In sintesi, per rimontare rapidamente dopo due annate da incubo, il Cavallino si è trovato nel momento meno opportuno a secco.

Per non compromettere la macchina del 2023, abbiamo deciso di fermarci anche perché avremmo dovuto continuare a produrre parti nuove. E ciò avrebbe portato a costi extra che non potevamo permetterci“, l’ammissione del dirigente.

Lontana dal primo gradino del podio dall’estete con la perla di Charles in Austria, a casa del principale rivale, la Rossa non solo ha dovuto mandare giù la fuga degli energetici. Ma altresì contrastare la risalita della Mercedes che, con l’ingresso della normativa TD039, ha trovato nuova linfa per riprendere la competitività che aveva perso. Tanto che in Brasile George Russell si è aggiudicato la sprint Race e il GP domenicale.

Un risultato che comunque non ha stupito l’ingegnere italo-svizzero. “Non è stata una sorpresa. Ad Interlagos sono stati veloci, ma pure se si guarda ad alcuni eventi precedenti, con una scelta gomme differente, avrebbero vinto anche lì. La W13 è diventata l’auto più performante del lotto“, ha analizzato l’exploit della concorrenza, brutalmente corrispondente con i passi indietro della F1-75.Ad Austin hanno portato un pacchetto aerodinamico evoluto, che pare abbia funzionato a dovere. Ed oggi stanno capitalizzando“, ha infine reso omaggio ai tedeschi che, come ben sappiamo, partivano da una leadership indiscussa, cominciata nel 2014 con l”ingresso della motorizzazione ibrida.

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