Binotto, nuovo allarme: ecco cosa è successo alla Ferrari in Brasile

Ad analizzare la situazione in casa Ferrari è stato Mattia Binotto, che oltre a spiegare le mosse del box ha di nuovo lanciato un allarme.

Un GP ancora senza vittoria, che manca ormai da tutta l’estate scorsa. Un finale sì davanti a entrambe le Red Bull ma soprattutto l’amaro in bocca per aver chiuso dietro alle due Mercedes, che a inizio anno pagavano 1″2 in gara dalla Rossa. E’ questa la sintesi del GP del Brasile della Ferrari, che torna a casa con tanti dubbi sul futuro, anche quello immediato che riguarda la classifica costruttori, visto che la scuderia anglo-tedesca si giocherà il sorpasso proprio ad Abu Dhabi e sarebbe un qualcosa di clamoroso dopo quello che abbiamo assistito almeno fino a metà stagione.

Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)
Ferrari, Mattia Binotto (ANSA)

La Ferrari ha lottato per le prime posizioni per tutto il weekend, a partire dalla Sprint Race, ma si è dovuta arrendere alla superiorità di una Mercedes che ha fatto passi da gigante anche in questa ultima parte di stagione, dove ha portato in pista aggiornamenti che potrebbero tornare utili anche per il progetto 2023, che sancirà con ogni probabilità l’inserimento della scuderia nella lotta per il titolo, come ci si aspettava già quest’anno.

C’è da dire però che nonostante i due podi, la Rossa torna a casa anche con l’ennesima riprova che a livello di muretto box le cose continuano a non andare. Invece di progredire, gli uomini di Maranello continuano a essere protagonisti di episodi sconcertanti dal punto di vista della tattica di gara. Quando la tensione si fa alle stelle, gli uomini Ferrari vanno in tilt. E a farne le spese e quasi sempre e solo quel Charles Leclerc che quest’anno li ha tenuti a galla nel Mondiale.

Binotto e la strategia Ferrari in Brasile

Chi però ha comunque sottolineato quanto di buono fatto solo domenica è il team principal Mattia Binotto, che nonostante l’inizio in salita con Leclerc messo fuori da Norris e il problema della visiera a strappo nei freni di Sainz, ha elogiato il comportamento di piloti e squadra, oltre al muretto della Rossa, che ha operato “scelte di strategia aggressive”. “La F1-75 penso che si sia dimostrata competitiva, perché in una gara ad elevato degrado come quella del Brasile non abbiamo sofferto molto più degli altri. Siamo stati più veloci di Red Bull e forse leggermente più lenti di Mercedes, ma non di tanto”, ha detto Binotto, che si è detto curioso di come sarebbe andata con Leclerc senza l’incidente nelle prime fasi di gara.

Una lettura però che poi cozza con quanto affermato poco dopo dal team principal, che ha ammesso che le Mercedes erano molto veloci e che sarebbe stato difficile sorpassare i due di testa: “Senza Perez in mezzo saremmo stati più vicini, ma non penso che avremmo vinto“, le parole di Binotto, che quantomeno ha certificato il riscatto Ferrari dopo l’opaco GP del Messico. E in tema di scelte azzardate e rischiose, ha anche spiegato del perché delle medie al via per le Rosse, volute per via delle temperature più alte rispetto al sabato che avrebbero portato a un degrado molto veloce delle soft. Ad aiutare la concorrenza, secondo Binotto, sarebbe stata la safety car, ma la scelta era stata azzeccata: “Sarei stato curioso di vedere quale sarebbe stata la situazione senza la neutralizzazione. Volevamo avere una strategia diversa dagli altri, sperando che le temperature più alte avrebbero garantito un miglior ritmo con le soft a fine gara”, la spiegazione del capo della Rossa.

Il tema caldo però era soprattutto quello del possibile scambio di posizioni tra Sainz e Leclerc nel finale, per aiutare il monegasco ad attaccare la seconda posizione di Perez nel Mondiale piloti. Il numero 16 negli ultimi giri lo ha chiesto a gran voce, ma dal box non è mai arrivato l’ok. Un po’ perché sarebbe stato crudele togliere un podio meritato allo spagnolo, ma c’erano altre motivazioni che hanno portato in Ferrari a dire di no alla richiesta di Leclerc e le ha spiegate Binotto: “Sarebbe stato rischioso, perché Charles aveva subito alle sue spalle Alonso e Verstappen. Inoltre sapevamo di essere sotto investigazione per quanto accaduto in regime di Safety Car con Tsunoda. Eravamo abbastanza tranquilli perché ci era stato dato l’ok dalla direzione gara, ma senza avere ancora ricevuto un verdetto definitivo sarebbe stato rischioso invertire le posizioni, perché una penalità di cinque secondi avrebbe comportato la perdita di almeno una posizione per Carlos. Quindi per il campionato costruttori era meglio mantenere le posizioni”.

Binotto che in realtà poi ha ammesso che comunque lo scambio di posizioni tra i due proprio per aiutare Leclerc era stato discusso e approvato prima del via: “Il fatto che Charles lo abbia chiesto in radio dimostra che con Carlos ci fossimo messi d’accordo – ha aggiunto il team principal Ferrari -. Lo avremmo fatto, ma sarebbe andato a discapito del campionato costruttori e per questo abbiamo deciso di non farlo. Era una situazione critica e il rischio potenziale era una penalità di cinque secondi, che avrebbe portato Sainz a perdere la posizione in favore di Alonso e Verstappen”. E su quanto accaduto proprio al campione del mondo ha detto: “Decisamente più interessante invece è quanto accaduto in casa Red Bull”, proprio facendo riferimento alle questioni della Rossa. Ma forse guardare in casa altrui in un altro weekend dove c’è da fare mea culpa per le scelte errate proprie ai box è davvero azzardato.

Binotto e la “minaccia” Mercedes

Poi il focus si è spostato sulla lotta per il secondo posto in classifica costruttori, con una Mercedes che ha davvero fatto un miracolo da inizio stagione. E ora è a soli 19 punti dalla Rossa con un solo GP al termine. Il rischio sorpasso è evidente, e il team principal di Maranello ha spiegato questa crescita degli avversari con il nuovo pacchetto aerodinamico portato dalla casa anglo-tedesca ad Austin, “che sembra funzionare bene e su cui stanno capitalizzando”. Ma ha anche confermato al tempo stesso che il calo della Ferrari è dovuto anche allo stop allo sviluppo deciso ormai da tempo sulla F1-75, ma ha anche dichiarato: “Non è stata una scelta, semplicemente eravamo arrivati al limite col tetto di spesa“. E allora come ha fatto la Mercedes a migliorare fino alla fine? “Sono sorpreso anch’io nel vedere che alcune squadre riescano a sviluppare così tanto durante l’anno, ma alla fine posso soltanto affidarmi alla FIA e ai loro ispettori”, ha risposto Binotto.

“Non abbiamo compromesso lo sviluppo della monoposto 2023, ma abbiamo deciso di interrompere quello attuale, perché sarebbero servite ulteriori spese per sviluppare la F1-75 e non ce lo potevamo permettere”, la chiosa del team principal della Rossa. La Red Bull ha ammesso che ci sono almeno sei scuderie fuori parametro nel 2022, ma Binotto ha escluso categoricamente la Ferrari e anzi ha aggiunto che continueranno ad insistere sul fatto che non si possa attendere ottobre 2023 per avere il quadro di quanto accaduto a livello di conti quest’anno: “Abbiamo fatto un primo anno di esperienza e spero che la FIA allarghi il proprio personale, perché sarebbe giusto essere a conoscenza di come si sia concluso questa stagione molto prima di ottobre. La speranza è che non ci sia un team che in qualche modo abbia superato il tetto, ma vedendo team che sviluppano così tanto però, qualche dubbio può venire“.

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