Binotto licenziato? Arriva il comunicato della Ferrari

Mattia Binotto è al centro di tantissime voci di per quanto riguarda il suo futuro in Ferrari. La Ferrari ha rilasciato un comunicato stampa.

I giorni che intercorrono tra il Gran Premio del Brasile e quello di Abu Dhabi stanno regalando ore di apprensione ai tifosi della Ferrari. Al centro della scena c’è Mattia Binotto, team principal della Scuderia modenese dall’ormai lontano 2019, leader di una squadra allo sbando che ha portato alla fine della pazienza anche un ragazzo d’oro come Charles Leclerc.

Ferrari Mattia Binotto (ANSA)
Ferrari Mattia Binotto (ANSA)

Dopo il disastro strategico di Interlagos, si sono subito fatte largo voci pesanti riguardo il licenziamento dell’ingegnere di Losanna, che starebbe per far spazio a Frederic Vasseur, da anni leader dell’Alfa Romeo Racing e grande amico di Nicholas Todt, manager di Leclerc ed in ottimi rapporti anche con Carlos Tavares, grande boss del gruppo Stellantis.

Il primo a parlare di questa clamorosa rivoluzione era stato Leo Turrini nelle prime ore successive alla disfatta brasiliana, ma è stata poi “La Gazzetta dello Sport” che ha praticamente data per certa la notizia, senza nemmeno usare un condizionale nell’articolo che ha fatto subito il giro del mondo.

Ferrari, ecco il comunicato stampa su Binotto

Le prime ore successive alla notizia della cacciata di Mattia Binotto dalla Ferrari non hanno portato a reazioni da parte della Scuderia modenese e dell’Alfa Romeo Racing, con Frederic Vasseur che non ha smentito le voci. Tuttavia, attorno alle 16 di questo pomeriggio, il Cavallino ci ha tenuto a rispondere a muso duro, sgombrando il campo da eventuali equivoci.

Come potrete leggere dal comunicato ufficiale del Cavallino, si tratta di speculazioni prive di fondamento, che non hanno nulla a che vedere con la realtà dei fatti. Sui social sono piovuti tantissimi commenti, che reputano del tutto inutile questo comunicato. La posizione di Binotto è comunque molto a rischio, e non ci resta che attendere i prossimi giorni per saperne di più su una faccenda molto discussa.

Quali motivazioni potrebbero spingere la Ferrari a continuare con Binotto? A pensarci bene, ce ne sono poche, visti gli scarsissimi risultati che sono arrivati dal 2019 in avanti. In queste quattro stagioni, sono arrivate soltanto sette vittorie, di cui cinque con Charles Leclerc ed una a testa per Carlos Sainz e Sebastian Vettel, ma della sua gestione si ricorderà soprattutto l’incredibile serie di errori che sono stati commessi.

Come abbiamo già specificato, non sarebbe giusto che a pagare, come nel calcio, sia soltanto “l’allenatore”, ma molte teste dovranno saltare. Su tutte, quella di Inaki Rueda, lo stratega arrivato a Maranello nel 2015 dalla Lotus. Lo spagnolo ha commesso una valanga di oscenità dal suo ponte di comando, tra cui l’ultima, ad Interlagos, quando è stata montata la gomma Intermedia a Leclerc in qualifica.

La bassezza raggiunta dal Cavallino in questi anni ha ben pochi precedenti nella storia, ed è facile capire che il monegasco ne abbia abbastanza. Charles è ormai un pilota abbastanza esperto pur avendo appena compiuto 25 anni, la stessa età di Max Verstappen. Tra i due c’è sempre stata un’accesa rivalità, ed è difficile, per Leclerc, accettare che l’olandese abbia già vinto due mondiali, mentre lui deve accontentarsi di cinque misere vittorie di tappa.

La situazione, a Maranello, deve essersi fatta incandescente dopo l’ennesima figuraccia di Interlagos, ed in tutto questo non dimentichiamo il crollo di performance. In molti giustificano la rinascita della Mercedes ed il crollo delle Rosse tramite la TD39, ma è bene precisare un aspetto in merito a tutto ciò.

Se la FIA è stata alle regole della Mercedes, è perché Toto Wolff ha dato l’ennesima lezione politica a Binotto, che non ha mai ammesso che la direttiva tecnica è stata la causa della perdita di prestazione. Con l’ingegnere di Losanna non si sarebbe andati avanti, ed è bene che John Elkann e tutti i suoi sottoposti lo abbiano capito, anche se la cosa era evidente sin dal 2020 e dall’accordo segreto con la FIA in merito alla power unit dell’anno precedente.

Anche quella vicenda fu un danno d’immagine enorme, che influì enormemente sulle prestazioni delle ultime due stagioni. Il 2022 era stata data come deadline, o si vince o si cambia, e stavolta, forse, non basterà la solita promessa in vista del prossimo anno. I tifosi, ma soprattutto i piloti, sono stanchi di essere presi in giro, e per la prima volta dal 2007 e dai tempi di Jean Todt si potrebbe tornare ad avere un team principal straniero.

I vari Stefano Domenicali, Maurizio Arrivabene e Binotto hanno fallito miseramente, confermando che la guida italiana non può tenere botta contro dei veri e propri squali come Wolff o Christian Horner. Ciò che ci vuole è un sergente di ferro, e Vasseur ha l’aria di essere uno che si sappia far rispettare.

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