Lewis Hamilton e Michael Schumacher sono i più vincenti nella storia della F1, ma è dura dire chi sia il migliore. L’ex pilota ci prova.
Uno dei più grandi rimpianti degli appassionati di F1 è quello di non aver mai visto un confronto per il titolo mondiale tra Lewis Hamilton e Michael Schumacher. Il Kaiser di Kerpen si ritirò per la prima volta alla fine del 2006, quando lasciò la Ferrari dopo la sconfitta iridata contro la Renault di Fernando Alonso.
Il britannico debuttò nel 2007 con la McLaren-Mercedes, sfiorando il mondiale al primo colpo, per poi portarlo a casa l’anno seguente. Questi fenomeni ci hanno regalando alcuni bellissimi duelli nelle stagioni successive, quando Schumacher guidava per la Mercedes, come a Monte-Carlo o a Monza nel 2011, ma si trattava di battaglie sporadiche, che inoltre non assegnavano le prime posizioni, ma soltanto la gloria in pista.
Hamilton ha superato Schumacher in ogni tipologia di record. A Monza, nel 2017, scavalcò la leggenda della F1 in termini di pole position conquistate, beffandolo poi a Portimao tre anni più tardi anche per quanto riguarda le vittorie, ed ora si trova a quota 103 contro le 91 del tedesco.
Non possiamo fare confronti in termini di punti, visto che Hamilton ha quasi sempre corso nell’epoca in cui al vincitore vengono assegnati 25 punti, contro i 10 dei tempi di Schumacher. Anche il dato sulle vittorie è borderline, dal momento che in passato si correvano molte meno gare, mentre sulle pole position ci sono pochi dubbi.
Le statistiche dicono che Sir Lewis ne ha conquistate 103, contro le 68 del pilota teutonico e le 65 di Ayrton Senna, ma la sostanza non cambia: parliamo dei due talenti più vincenti di sempre, e che si equivalgono anche per numero di titoli mondiali conquistati, sette per entrambi.
Se proprio vogliamo trovare un punto a favore di Schumacher all’interno di una sfida molto equilibrata, lo possiamo fare in base alla tipologia di vittorie che hanno ottenuto. Hamilton arrivò nel 2013 alla Mercedes, e sin dall’anno dopo ebbe a disposizione un vero e proprio siluro, imbattibile sino al 2021, quando Max Verstappen e la Red Bull sono riusciti a cambiare le carte in tavola, facendolo scendere dal trono iridato.
Michael, dal canto suo, dopo i successi con la Benetton di Flavio Briatore decise di rischiare una sfida nuova ed affascinante, ma anche molto rischiosa: far tornare grande una Ferrari che non vinceva nulla da quasi vent’anni. Il Kaiser di Kerpen ha fatto crescere la Scuderia modenese, giocandosi il mondiale sia nel 1997 che nel 1998 sino all’ultima gara, nonostante una macchina nettamente inferiore rispetto ai rivali.
L’impresa è stata poi compiuta nel 2000, quando la McLaren di Mika Hakkinen dovette piegarsi alla superiorità di Schumacher. Il modo in cui sono maturate le sue vittorie è stato molto più faticoso rispetto a quelle di Hamilton, ma non per questo i titoli di Sir Lewis vanno considerati di minor valore.
F1, Coronel parla di Hamilton e Schumacher
Michael Schumacher e Lewis Hamilton sono nell’olimpo della F1 per vittorie e titoli mondiali ottenuti, ma anche per carisma ed amore dai tifosi che hanno ottenuto durante le loro lunghe carriere. Tuttavia, i fan si pongono spesso una domanda precisa, chiedendosi chi sia realmente il più forte tra i due.
A rispondere ci ha provato l’ex pilota Tom Coronel, durante il consueto podcast di “RacingNews365“: “Il modo in cui Lewis affronta Verstappen e non accetta di essere sconfitto è un qualcosa che lo motiva ancora. Nonostante tutto ciò che ha vinto e la sua età, vuole continuare ad essere al top. Dal punto di vista statistico, è sicuramente il più grande nella storia della F1, lo dicono i numeri stessi“.
Coronel ha poi aggiunto: “Non si possono paragonare, ma se devo dare un mio giudizio, come più forti della storia, io dico Schumacher e Senna. Di piloti fortissimi ne abbiamo visti tanti, ma le epoche sono davvero troppo diverse tra di loro per poter essere sicuri del nostro giudizio. Va detto che un pilota, nel corso della sua carriera, deve essere anche fortunato, perché ha bisogno di capitare al posto giusto nel momento giusto. Tanti bravi piloti non hanno ottenuto ciò che meritavano, a causa di vetture poco competitive“.
Quest’ultima frase dell’olandese ci fa sicuramente pensare a Fernando Alonso, che nonostante un talento immenso non ha vinto più di due titoli mondiali, datati 2005 e 2006 con la Renault. Schumacher ed Hamilton, in termini di scelte, sono stati bravi e fortunati, ma senza la classe di cui sono dotati non sarebbero stati selezionati dalle squadre che li hanno resi grandi. Di gente così, e questa è una sacrosanta verità, ne arriverà ben poca in futuro.