Hamilton, l’ammissione su Wolff: i tifosi restano a bocca aperta

A secco per il secondo anno Hamilton preferisce non pensarci e focalizzarsi sulla sua vita ascetica e il rapporto con il capo Mercedes.

Era il 2020 quando Lewis Hamilton festeggiava per l’ultima volta un titolo iridato. Il settimo della sua carriera. Non sappiamo se quella sia stata la fine di un’epoca. Di certo la sua motivazione sembra intatta. Anzi, forse ancora più elevata di prima visto che sta lavorano sul fisico come non mai.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

Quando si invecchia si presta più attenzione“, ha confidato l’inglese al sito ufficiale della F1, rivelando poi la sua routine nei weekend di gara per far comprendere quanto sia ancora focalizzato. “Ceno in circuito, torno in hotel e poco dopo vado a dormire“.

Una vita ascetica la sua, e tutta proiettata all’aiuto della squadra. “Non voglio finire in fretta di lavorare per andare a mangiare e perdere tempo. Io sono qui per una ragione, ovvero vincere. Tutto il resto è distrazione. Solitamente sfrutta la parte finale di ogni giornata per osservare i dati e interagire con chi si occupa delle simulazioni alla base di Brackley”.

Se fino a pochi mesi fa, il successo era sempre a portata di mano, l’errore commesso dal gruppo tecnico con la W13, ha portato la Mercedes a compiere un massiccio passo indietro. Tanto che, a due round dal termine della stagione, il piatto piange.

Abbiamo una montagna da scalare, anche se abbiamo già fatto molto per individuare a che punto siamo e cosa non ha funzionato“, ha analizzato. “Non è facile comprendere la direzione giusta. Personalmente mi sono impegnato a comunicare con i ragazzi del team per evitare incomprensioni“.

Dopo un lungo periodo di supremazia, l’aver dovuto accettare un regresso del genere non è stato semplice sotto il profilo psicologico. Ecco perché il #44 ha cercato di fare da collante e di essere il più chiaro possibile nell’esternare le sue esigenze tecniche.

Hamilton e lo stesso rapporto con il boss

A rendere questo passaggio meno complesso e spigoloso, l’ottima relazione con il capo del muretto Toto Wolff. “E’ uno dei miei migliori amici“, ha rivelato il 37enne. “Abbiamo passato delle fasi critiche. Specialmente durante le trattative. Alcuni sfoghi emotivi. Ma questo perché siamo una famiglia e io desidero il meglio per lui e per me“.

Continuando su una collaborazione, sfociata in altro rispetto alla fabbrica, piuttosto che alla pista, l’asso di Stevenage ha dichiarato di avere un dialogo franco e continuo con il manager viennese. “I nostri obiettivi e valori sono allineati. Entrambi vogliamo far crescere la scuderia“.

E una decisione non trascurabile orientata all’idea di progresso dell’equipe, è stata rappresentata dall’ingaggio di George Russell. Un talento impegnativo per capacità e ovviamente ambizioni.

Io ho cercato sempre di includerlo, parlando con lui dell’auto, delle cose da sperimentare. L’approccio è quello sinergico che utilizzavo con Bottas“, ha tenuto a precisare, ragionando sul fatto che ogni persona che entra in un nuovo ambiente lavorativo, impiega del tempo ad entrare nel ritmo. “Finora si è comportato magnificamente. E ha subito trovato un passo adeguato“, ha promosso il successore di Valtteri, apparso effettivamente più brillante del finlandese e non solo, specialmente in avvio di campionato.

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