Ferrari, dimissioni Binotto? La reazione di Arrivabene è da non perdere

In un clima sempre più teso per la Ferrari, spopola sui social, da metà stagione, l’#BinottoOut. Ecco come la pensa Maurizio Arrivabene.

La Ferrari annaspa tra problemi tecnici e una classifica che si fa sempre più critica. Sotto la pressione della Mercedes e con 2 Gran Premi all’orizzonte dove non ci si attende miracoli, le voci di una futura rivoluzione a Maranello prendono sempre più forma. I tifosi sono stanchi di osservare i ferraristi arrivare negli scarichi degli avversari. Dopo il lunghissimo ciclo di otto anni della Mercedes, sembra ora il turno della Red Bull Racing. Le parole dell’amministrare Benedetto Vigna, a margine dell’ultima conference call, non fanno altro che mettere ulteriore pressione su un team, incapace di gestirla.

Binotto Arrivabene Ferrari (Ansa Foto)
Binotto Arrivabene Ferrari (Ansa Foto)

Sebbene la Rossa sia tornata a vincere qualche Gran Premio dopo due anni e mezzo di digiuno, i risultati non sono in linea con le aspettative. Leclerc e Sainz non sono mai stati, probabilmente, più demoralizzati. Negli anni scorsi, considerata l’impossibilità di recuperare il gap tecnico, i piloti attendevano con ansia una vettura rivoluzionaria. Il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della svolta, ma al contrario si è rivelata la stagione della grande illusione. Dopo l’hat trick del Bahrain, condito anche da una doppietta, e il grand chelem australiano in molti si erano convinti di poter lottare per il titolo contro la RB18. La F1-75, invece, ha palesato dei limiti enormi, anche su piano dell’affidabilità.

Leclerc ha già sostituito 6 Power Unit, mentre Sainz potrebbe scontare altre posizioni di penalità in Brasile, per nuovi cambi di componenti del suo motore. Rispetto alla prima fase di stagione, la F1-75 è diventata una vettura quasi ingestibile. I piloti degradano le gomme in modo repentino, non riuscendo a tenere il passo delle Red Bull Racing, e dopo la pausa estiva, nemmeno della Mercedes. Max Verstappen, in Messico, ha conquistato il suo quattordicesimo Gran Premio stagionale, battendo tra l’altro il record storico di Michael Schumacher in Ferrari e quello di Sebastian Vettel ai tempi della RB. La situazione è degenerata, anche a causa dei clamorosi errori strategici della squadra. Il #16 è passato da sfidare per il titolo Max Verstappen a dover subire il ritorno al vertice del nativo di Guadalajara, secondo pilota Red Bull.

La situazione si è fatta allarmante, la Scuderia inizia a sentire il fiato sul collo della Mercedes, a -40 punti nei costruttori ed entrambi gli alfieri della Scuderia sono scivolati indietro, a seguito del quinto e sesto posto di Città del Messico. Sainz addirittura è sesto, alle spalle di tutti gli altri top driver dei top team. Nella passata stagione Carlos aveva dimostrato una grande regolarità. In questa annata, invece, ha già marcato 6 zeri in classifica, a causa di problemi tecnici e di errori alla guida. L’arrivo dello spagnolo a Maranello, voluto da Mattia Binotto, sembrava essere una scelta opportuna. Dopo un biennio di alto profilo in McLaren, lo spagnolo si era confermato un driver affidabile e, potenzialmente, una buona spalla per il monegasco nello scorso campionato.

Nel 2022, invece, il team non ha voluto imporre dei paletti, lasciando liberi i piloti di battagliare, sebbene risultasse palese il vantaggio del monegasco. Carlos non ha mai avuto un gran feeling con la wing car di Maranello, specialmente nella prima fase di stagione. Una totale mancanza di gerarchie ha portato Leclerc a perdere punti importanti, finendo risucchiato anche dalla morsa di Perez. Al contrario Sainz avrà anche vinto il suo primo Gran Premio della sua carriera, ma non è sembrato maturato affatto dal trionfo di Silverstone. In questa annata la coppia ha palesato dei limiti rispetto agli avversari. Checo ha vinto, nettamente, il duello con il madrileno, mentre la prima guida Verstappen è sembrata irrefrenabile. Leclerc ha vinto il testa a testa del sabato, conquistando più pole del numero 1, ma i punti si marcano la domenica.

Ferrari, Arrivabene vs Binotto

Gli anni di Binotto team principal saranno ricordati per essere tra i peggiori della Scuderia. Tra la vittoria di Singapore di Vettel nel 2019 e quella di Leclerc in Bahrain nel 2022 sono trascorsi due anni e mezzo. Sembrava l’alba di un nuovo ciclo, ma la Scuderia è passata dal lottare, stabilmente, per podi e vittorie a ricevere delle batoste clamorose. L’accordo segreto della FIA, nel 2019, per di più ha macchiato l’immagine del Cavallino. Nessuno potrebbe salvare l’operato dell’ingegnere di Losanna, tantomeno chi gli ha lasciato il posto. Maurizio Arrivabene, ora nei ranghi della Juventus, è stato costretto a defilarsi al termine del 2018, lasciando strada a Binotto.

Tra i due non correrà buon sangue, come si evince anche dall’espressione nel video che sta girando in rete. Ad Arrivabene viene urlato ripetutamente “Binotto out”, e la reazione dell’ex tecnico della Rossa è tutta da gustare. Forse resosi conto di aver esagerato, ha provato a giustificarsi, facendo un gesto con la mano ai presenti. Sta di fatto che la Ferrari né con la direzione dell’uno né dell’altro è riuscita a risollevare la china. Nel 2017 e nel 2018, di sicuro, i risultati di Sebastian Vettel furono più regolari, tuttavia il tedesco non arrivò mai a lottare per il titolo vs Lewis Hamilton sino all’ultimo atto di Abu Dhabi.

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