La Mercedes ha risolto un problema: ecco cosa non funzionava

In Texas la Mercedes è tornata a salire sul podio. Nel box si respira aria di sollievo. E il boss Wolff fa un’importante rivelazione.

Se George Russell non fosse stato protagonista del tamponamento iniziale ai danni di Carlos Sainz, con conseguente penalità di 5″ da scontare al primo pit stop, la Mercedes avrebbe potuto lasciare Austin con un sorriso ancora più ampio.

In ogni caso anche il secondo posto firmato Lewis Hamilton, giunto appena 5″ alle spalle di Max Verstappen, non è da buttare. Soprattutto perché per la Casa tedesca, quella agli sgoccioli è stata una stagione piuttosto faticosa. La peggiore dal 2013 a questa parte, considerato che dal 2014, anno d’inizio dell’era ibrida, ha sempre dominato.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

A tre gare dalla fine, ogni tentativo di soffiare la piazza d’onore alla Ferrari sembra ormai vana. Classifica generale alla mano il suo punteggio è di 416 contro i 469 della Rossa. Ecco la ragione per cui tutto il lavoro di studio e sviluppo è orientato al 2023.

La Mercedes pronta alla svolta

Facendo un bilancio del comportamento della squadra di Stoccarda, dal Bahrain è stata piuttosto discontinua. Su e giù dal podio senza mai brillare veramente. Prova ne è che il successo le è sfuggito di mano pure in Texas, quando pareva un po’ più vicino.

Ma com’è possibile che un gruppo che ha capitalizzato la prima posizione tanto a lungo sia improvvisamente crollato? Di recente il direttore tecnico Mike Elliott ha dichiarato di aver rivelato, dopo attenta analisi, il momento del fatale errore sulla W13, pur senza entrare nel dettaglio sulla tipologia di svarione.

Allo stesso modo anche il responsabile del muretto Toto Wolff ha parlato di sbaglio rimanendo come l’ingegnere inglese sul vago. Interrogato da Sky Sports F1 se il pacchetto di aggiornamenti portato negli States verrà traslato sul progetto del campionato venturo, il manager viennese è partito alla lontana.

Abbiamo compreso qualcosa di più della macchina attuale e individuato dove abbiamo peccato in fase di creazione. Tutto è partito da una decisione presa lo scorso ottobre“, ha commentato professandosi ottimista e soddisfatto della direzione presa ora.

Pur avendo assistito ad un’ottima performance da parte di Ham, il dirigente ha fatto professione di cautela. Consapevole che in certi casi il realismo è d’obbligo, austriaco ha riconosciuto che se Leclerc non fosse partito tanto indietro e Mad Max non fosse stato rallentato in fase di pit stop, per il suo pilota sarebbe stata dura.

Eppure la luce in fondo al tunnel si intravede e porta positività in avvicinamento all’inverno. “Adesso siamo a ridosso dei migliori. Possiamo competere. E lottare per la vittoria“, ha rilanciato con orgoglio. Tornando al presente e a quanto avvenuto al COTA, per il 50enne è chiaro anche cosa manchi ancora al team per fare il grande salto. Nella fattispecie, cosa sarebbe cambiato per Ham se la sua vettura fosse stata più forte.

Eravamo in deficit di un paio di decimi in termini di passo. E questi sono stati determinanti. In ogni caso, bisogna rendere merito alla Red Bull. Hanno fatto un ottimo lavoro per tutto il Mondiale. Verstappen è al top. E il fatto che abbiano conquistato la coppa marche è giusto“, ha concluso con sportività.

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