Filtro antiparticolato: cos’è e quando si deve sostituire

Il filtro antiparticolato è un elemento molto importante dei veicoli diesel. In pochi però sanno il motivo e quando è il momento di sostituirlo.

Chiunque sia in possesso di un mezzo di trasporto con motorizzazione diesel Euro 4 o successivi, sa bene che il veicolo è dotato di filtro antiparticolato. In pochi però sono a conoscenza del motivo della sua utilità e dell’importanza di tenerlo sempre pulito.

Filtro antiparticolato (AdobeStock)
Filtro antiparticolato (AdobeStock)

Ebbene, la risposta è semplice. Questo sistema serve a depurare i gas di scarico e a ridurre di conseguenza le emissioni inquinanti sotto forma di particelle di Pm10.

Il FAP o DPF è stato introdotto in Europa a partire dal 2000. Anche se già nel 1999  lo si poteva trovare sul mercato grazie alla produzione da parte del Gruppo PSA.

Entrando nello specifico, si tratta di un filtrante costruito in carburo di silicio con struttura alveolare formata da canali e celle, che ha come obiettivo quello di trattenere le particelle. Il filtro sfrutta un additivo in cerina, che forma agglomerati di Pm10 più grandi, così da rendere più semplice l’espulsione.

Simile ad un catalizzatore, si differenzia per i canali chiusi a una delle due estremità per trattenere gli agglomerati, mentre i gas fuoriescono attraverso le pareti porose.

Quando l’accumulo di particelle tocca un certo livello, si verifica la rigenerazione, ovvero una pulizia automatica del filtro.

In pratica il ciclo è composto da due fasi: la prima riguarda la raccolta delle particelle. La seconda è quella dell’espulsione. Quest’ultimo momento prevede l’aumento della temperatura (fino a superare i 600 °C) dei gas di scarico, provocato dall’aggiunta di carburante la cui infiammazione comporta la combustione del residuo presente, che se giacente potrebbe comportare la graduale perdita di efficienza e delle prestazioni del propulsore.

Qui tuttavia può crearsi un problema. Sulle strade a scorrimento veloce, il raggiungimento di certe temperature è abbastanza agevole. Ben diverso è il discorso se si è in città, con i continui stop & go che si vivono nella normale viabilità quotidiana. Un simile intoppo può portare ad un allungamento del processo.

Cosa fare se si accende la spia

Rispetto al passato quando la lucina gialla si accendeva quando non c’era abbastanza caldo da rendere possibile l’operazione, oggi avviene solamente in caso di anomalia. In tale frangente diventa d’obbligo forzare la procedura di rigenerazione. Qualora invece dovesse illuminarsi in contemporanea quella del motore, è bene recarsi in un’officina specializzata. Al di là di queste segnalazioni, si può capire che qualcosa non funziona dall’improvviso aumento dei consumi di carburante, così come da un crollo delle performance dell’unità motrice e da un improvviso deficit al sistema di iniezione.

Se queste anomalie non vengono arrestate, il rischio è quello di far cedere il filtro creando danni gravi alla macchina.

Passando alle dolenti note dei costi di un eventuale intervento del meccanico, questi variano a seconda della necessità di riparare o sostituire il filtro. Se c’è bisogno di una rigenerazione forzata, la cifra non supera i 150 euro. La revisione invece si aggira sui 500 euro. In cambio totale dello strumento infine, prevede un esborso più cospicuo. Qui la somma oscilla tra i 1500 e i 5000 euro.

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