F1, messaggio inquietante su Hamilton: è tutto finito per il campione?

Chi sperava di vedere Hamilton superare il record di Schumacher rimarrà probabilmente deluso. La previsione del pilota è senza appello.

La sensazione è che quanto sta vivendo Lewis Hamilton oggi, sia lo stesso che fu per Sebastian Vettel dopo i quattro titoli consecutivi vinti con la Red Bull tra il 2010 e il 2013. Al top con la McLaren nel 2008 e poi a secco fino all’inizio dell’era ibrida in Mercedes, l’asso di Stevenage si è portato a casa le coppe 2014, 2015, 2017, 2018, 2019 e 2020, lasciando agli altri concorrenti le briciole. Primo al traguardo in 103 GP, l’inglese ha certamente fatto la storia. Ora però il suo momento sembra essere finito.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Lewis Hamilton (Ansa Foto)

Il perché lo si può ritrovare in due dati di fatto. C’è una squadra più forte. Ovvero quella energetica. E in secondo luogo, in griglia abbiamo il nuovo che avanza. Ragazzini terribili e affamati. Motivati ad arrivare davanti e a correre ogni rischio possibile ed immaginabile pur di mettersi in mostra.

Per la serie “chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato”, per il 37enne vale la seconda. Un po’ come sta facendo Fernando Alonso. Può sì ancora creare spettacolo con le sue manovre e la sua guida, ma poco altro.

Ad esserne convinto è Renger van der Zande. Attivo nella WeatherTech SportsCar Championship con il team di Chip Ganassi, il driver olandese ha rimarcato come Ham sia stato abbandonato dalla sua proverbiale fortuna. Quella per cui magari anche dopo una collisione riusciva a proseguire. O se era terzo i primi due si schiantavano e lui arrivava primo alla bandiera scacchi. Piuttosto che piazzava il sorpasso della vita, quello impossibile che nessuno tenta, ma che va a centro per una sorta di timore reverenziale.

Hamilton è finito? Svelato il motivo

Come è stato per il britannico, adesso è Verstappen ad essere agevolato quando deve superare“, ha dichiarato a Planet F1 il 36enne. A suo avviso dunque, chi è dominante in un dato periodo stimola una sorta sudditanza psicologica.

“In generale  quando sei al limite ti senti confidente e non ti sembra di essere al gancio. Tutto pare semplice. Ma non lo è. Infatti non è facile giungere a questo stato di grazia. Ecco perché non ci si annoia al successo a ripetizione”, ha riflettuto.

Tornando al sette volte iridato per il corridore dei Paesi Bassi potrebbe aver intrapreso la parabola discendente. “Questo è il quesito principale. Di sicuro la sua vettura è in calo. E il suo modo di superare gli avversari non è più convincente come tempo fa. E’ più incerto nella conduzione della monoposto. E ciò può essere dovuto ad un mix di età che avanza e alla perdita dell’inerzia. Esattamente l’opposto di ciò che sta vivendo Max. Lui ha talmente fiducia in sé stesso che è capace di fare azioni decisive. E quando sembra non funzionare, sa ribaltare la situazione“,  ha concluso sottolineando che comunque, anche nella mente dei più forti circola sempre il pensiero che il trend possa invertirsi. Che dopo tanto sole, possa arrivare la pioggia.

Lo sport è come un casinò“, ha filosofeggiato.

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