F1, Verstappen campione con l’aiuto della FIA? Arriva anche il comunicato

Ha lasciato di stucco la proclamazione di Verstappen al termine del GP del Giappone. Ecco cosa ha portato la FIA a cambiare tutto.

Non lo sapeva nessuno. Neppure Johnny Herbert che, al parco chiuso sotto al podio, lo stava intervistando a caldo. Autore di una prestazione monstre e di un successo ottenuto con 27″ di vantaggio sul secondo alla bandiera a scacchi in appena quaranta minuti di gara, Max Verstappen ha ricevuto in quell’istante la notizia di essere diventato per la seconda volta consecutiva campione del mondo.

FIA Logo (Ansa Foto)
FIA Logo (Ansa Foto)

La sorpresa, mista ad imbarazzo, ha colto sia lo stesso #1, sia l’ex compagno di squadra di Michael Schumacher, trovatosi, all’improvviso, a dover rifare il botta e risposta, e a salutare l’olandese, senza saperne il motivo, quale nuovo iridato.

Già, perché nel gran caos della domenica bagnata di Suzuka, è successo pure questo. Una proclamazione decisa negli uffici della Federazione Internazionale, dopo la fine della corsa.

Verstappen campione: la FIA dà la motivazione

D’altronde, i piloti e gli spettatori si erano affacciati all’evento consapevoli che non potendo coprire più del 75% dei giri in programma a fronte del maltempo, il figlio d’arte non avrebbe potuto conquistare il Mondiale, posticipando la gloria al prossimo round previsto ad Austin.

D’altronde è il regolamento a dirci che al di sotto di quel limite, ma oltre il 50%, i punti assegnati al vincitore sono 19. Tra il 25 e il 50% sono 13. E al di sotto del 25% 6.

In questo caso specifico le tornate percorse da Mad Max sono state 28. Ciò significa che in teoria sarebbe dovuto partire per il Texas con un +19 in pagella. Chi era in piazza d’onore con un +14 e chi era terzo con un +12.

Invece, nuovamente, le zone grigie della normativa federale hanno permesso al collegio di agire in maniera discrezionale e assegnare il pieno punteggio nonostante non ve ne fossero le condizioni.

Ma com’è stato possibile? Appunto, approfittando del carattere vago della regola. L’articolo 6.5 recita infatti che se “un gran premio viene sospeso in conformità con l’articolo 57 e non può essere ripreso, i punti saranno assegnati in linea con i seguenti criteri…“.

Ed è proprio su questo parole che l’ente regolatore ha giocato per chiudere la partita nella patria della Honda, in corrispondenza con il ritorno del marchio sulle fiancate della RB18.

Il GP nipponico non può essere inserito nella fattispecie di cui sopra, in quanto è soltanto partito in ritardo per cause di forza maggiore, ovvero l’impraticabilità della pista e la conseguente scarsa visibilità ed è terminato al raggiungimento delle tre ore, come stabilito dalla norma. Il punteggio, quindi, non è stato assegnato tenendo presente la distanza percorsa come decretato dall’articolo 6.5.

Come spiegato dallo stesso organo federale, quelle regole si applicano solo in caso di interruzione definitiva di una manifestazione. Ecco perché il driver di Hasselt ha potuto celebrare nel Sol Levante.

Malgrado la precisazione, restano molti i punti interrogativi su come sia stata gestita la situazione. In particolare per quanto concerne l’immediatezza della decisione di infliggere i 5″ di penalità al ferrarista Charles Leclerc. Causa l’ormai noto taglio di chicane nella volata conclusiva del round nipponico.
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