I conti in tasca a Verstappen: a 25 anni ha un patrimonio folle

Fresco di vittoria del Mondiale 2022 di F1, Verstappen è uno dei piloti più pagati del Circus. Svelate le cifre incredibili che andrà ad incassare.

Era inizio marzo, quindi ancora prima che cominciasse il campionato ormai agli sgoccioli, che Max Verstappen firmava il rinnovo con la Red Bull fino al 2028. Essendo appena il 2022 si tratta di parecchio tempo. Qualcosa di anomalo in uno sport come quello della classe regina che cambia tutto velocemente.

Certo, alla luce di quanto successo tra Alpine e Oscar Piastri, ci viene da dire che i contratti valgono poco più di carta straccia. Sta di fatto, comunque che l’autografo dell’olandese c’è. E con esso una cifra. 50 milioni di euro. Non proprio bruscolini.

Max Verstappen (LaPresse Foto)
RMax Verstappen (LaPresse Foto)

Dunque, il 25enne andrà a guadagnare anche di più di Lewis Hamilton che pareva imbattibile anche sotto il fronte degli incassi. Ovviamente la somma di cui sopra non tiene conto degli extra. I famosi bonus legati ad obiettivi personali o ai punti conquistati. In questo caso si parla di ulteriori 15 milioni. Qui però c’è un ma.

Il figlio di Jos potrà usufruirne soltanto se contemplerà tutte le richieste del contratto. Ovvero se centrerà interamente gli obiettivi stabiliti.

Verstappen e la scalata alla ricchezza

Come tutti anche il #1 non è stato subito retribuito da re. La storia della F1, almeno quella contemporanea, ci insegna che solamente Kimi Raikkonen riuscì a strappare un accordo milionario a Peter Sauber per il suo anno di debutto, il 2001.

Mad Max, come gli altri colleghi è partito dal minimo. Successivamente, a fronte dei buoni risultati e del successo in Spagna nel 2016 salirà a 10 milioni. Nel 2021, ad esempio, ne ha portati a casa 36. Questo stando ai numeri diffusi dal magazine Forbes.

Dopotutto il suo ingresso nella top class fu altisonante. Non tanto per l’avere un papà pilota, visto che ne abbiamo avuti altri esempi di recente, come Jacques Villeneuve, Nico Rosberg o Kevin Magnussen, quanto per l’età dell’esordio.

Nessuno aveva mai mosso i primi passi in una serie tanto probante prima di aver compiuto 18 anni. Allora, questo fatto, fece scalpore, clamore e suscito diverse critiche. Il rischio era quello di sminuire il valore della disciplina in sé stessa. Appunti che non ci sentiamo di appoggiare al 100%.

Fare paragoni tra epoche differenti è ingiusto. La F1 di oggi non ha nulla a che vedere con quella dei tempi ruggenti. Prima era meccanica. Ora a contare è l’elettronica. E le nuove generazioni cresciute a pane e playstation sono agevolate. Probabilmente fra un po’, il record del driver di Hasselt sarà ulteriormente abbassato.

In attesa di quel momento, lui comunque si gode denaro, successo e una buona dose di relax portata proprio da un trend di risultati a suo favore. Da scontroso, altezzoso e un po’ arrogante, è diventato sorridente e pronto alla battuta con gli altri piloti.

Basti vedere il selfie che a caldo, domenica scorsa a Suzuka, ha voluto farsi con un altro bi-campione del mondo Fernando Alonso. Ben contento di dargli retta, non fosse altro che per essere stato in grado nuovamente di mettere all’angolo il suo nemico sin dal 2007 Lewis Hamilton. 

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