Ivan Capelli “torna” in pista: grande novità per l’ex Ferrari

Volto noto della RAI e dell’autodromo di Monza, Capelli è il protagonista di un lungometraggio che andrà in onda su SKY.

I più giovani lo hanno conosciuto primariamente come commentatore tecnico per la RAI, quando l’ente televisivo pubblico italiano, deteneva i diritti di trasmissione della F1. Ora, però, grazie a SKY,  le nuove generazioni avranno l’opportunità di approfondire la carriera da pilota di Ivan Capelli e il suo lungo percorso per arrivarci grazie al film “Natural Born Driver”, in onda il prossimo 9 ottobre, sia sul canale Documentaries, alle ore 21:15, sia su Sky Sport, alle 22:30.

Ivan Capelli (Ansa Foto)
Ivan Capelli (Ansa Foto)

Sintonizzandosi sull’emittente, scopriranno come il milanese avrebbe dovuto in realtà calcare ben altri campi. Ovvero quelli di calcio, essendo un terzino di discrete speranze. A bloccarlo, non un infortunio o chissà quale altra sfortuna, bensì un incontro.

Nel 1977 a Fiorano con Niki Lauda. Il ragazzo si trovava lì con il padre Graziano che stava girando uno spot pubblicitario per la Parmalat. In quel frangente un meccanico gli domandò se volesse provare la Rossa dell’austriaco. E a risposta affermativa, scattò subito la scintilla.

Dopo un primo approccio nei kart con un 125, il 1978 sarà l’anno importante con il debutto tra i cadetti nella categoria 100 cc. I buoni risultati lo portarono al mondiale di categoria nel 1979 e nel 1980. Mentre nel 1981 arriverà l’esordio in monoposto nella Formula 3 Italiana. Appena due stagioni dopo sarà campione tricolore.

Nel 1984 il salto nell’europeo di Formula 3 con il team Coloni. Un’annata proficua in cui riuscirà a disinguersi a Montecarlo grazie ad una corsa impreziosita da numerosi sorpassi, che ingolosirà diversi sponsor. Con la coppa finale in tasca, passerà nell’85 alla Formula 3000, al volante di una March della Genoa Racing. Tutto bene, fino al brutto incidente di Vallelunga che lo relegherà al settimo posto assoluto.

Quando Capelli approdò in F1

Chiamato da Ken Tyrrell permettersi alla prova in due gare del Circus, subirà un ritiro nel GP d’Europa, mentre in Australia sarà quarto. Ciò nonostante lo “zio” non si sentirà di confermarlo e per il classe ’63 non ci sarà altra alternativa che rientrare in Formula 3000. Un rientro in grande stile che lo vedrà trionfare al termine della stagione.

Nel 1986 sarà al via anche dell’intercontinentale, terminando in seconda piazza. E in quel periodo si imbatterà in un altro personnaggio importante per il prosiguo del suo percorso. Il milionario giapponese Akira Akagi, fan dei motori e proprietario di un’equipe di Formula 2, che gli prorrà, a vuoto, di gareggiare nella categoria nipponica

Il 1987 segnerà la data del suo comeback nella top class con la March, per gentile concessione del gruppo Leyton House di proprietà dell’impreditore di cui sopra.

Per Ivan non sarà una fase semplice della carriera a causa della scarsa affidabilità della vettura. Ciò nonostante, nel Principato taglierà il traguardo sesto.

Il 1988 non sarà certo migliore, con una macchina sempre alle prese con noie tecniche. Tra il 1989 e il 1991 con la Leyton House alternerà performance discrete, ad altre insufficienti, mettendosi in mostra in Francia nel 1991 con un secondo posto.

Questo suo ruolino di marcia lo porterà nel 1992 a vestire il rosso Ferrari, ma a due appuntamenti dalla chiusura sarà costretto a cedere il sedile a Nicola Larini. La brave parentesi alla Jordan rappresenterà la fine della sua avventura in F1.

Impostazioni privacy