Wolff, arriva la dura ammissione: non saranno felici in Mercedes

Il GP di Singapore ha ridimensionato le ambizioni della Mercedes e il team principal Wolff non nasconde la frustrazione per il mancato obiettivo.

La stagione delle Frecce d’Argento si può dividere in due parti. Quella prima di Montreal e quella successiva. Se fino al Canada aveva calcato il podio in quattro occasioni. Una con Hamilton e le altre con Russell. A partire dall’appuntamento al Gilles Villeneuve, grazie al ritocco delle regole relative all’altezza da terra delle monoposto, si è verificato un rilancio.  Da quel momento sono state ben nove le top 3 conquistate dal duo di Stoccarda.

Toto Wolff (Ansa Foto)
Toto Wolff (Ansa Foto)

Una ripresa che aveva fatto gridare al miracolo, o perlomeno tornato a far sorridere la scuderia che dal 2014 al 2021 ha dominato la classifica marche.

Ma siccome quando una ciambella non riesce con il buco è difficile sistemarla, di tanto in tanto la prestazioni della W13 fanno un passo indietro. E’ successo ad esempio a Singapore lo scorso weekend. George, scattato dalla pit lane per la sostituzione di parti della power unit è giunto ultimo a 2 giri dal vincitore Perez, mentre Lewis, protagonista di un errore da principiante, ha sprecato la seconda fila ottenuta in qualifica, tagliando il traguardo al nono posto.

Morale della favola, la Mercedes ha lasciato Marina Bay direzione Suzuka con uno svantaggio di ben 66 lunghezze dalla Ferrari. Motivo per cui, mancando appena cinque round alla fine, l’obiettivo seconda posizione marche si è allontanato.

Wolff fa un bagno di umiltà

Ferito da un campionato al di sotto delle attese e addirittura, almeno finora, privo di vittorie, il responsabile del muretto Toto Wolff ha ammesso che sarà un’impresa raggiungere anche l’ultimo target che si erano posti.

Questo Mondiale ci ha presentato diverse dure lezioni“, ha dichiarato al sito ufficiale della F1. “Lo scorso fine settimana siamo partiti dai lati opposti dello schieramento, ma non siamo riusciti a capitalizzare in termini di passo vettura. Come neppure siamo stati in grado di raccogliere qualcosa“.

Ad amareggiare il manager austriaco soprattutto l’incapacità di dare cenni di competitività sulla distanza. Quella che invece era comparsa nelle libere 2 o nelle qualifiche.

In questa maniera la nostra caccia alla piazza d’onore si è fatta ancor più complicata. L’unica cosa che possiamo fare, adesso, è concentrare tutte le nostre energie sulla prossima corsa in programma in Giappone“, ha aggiunto affranto.

Ma cosa è mancato nel primo evento asiatico post Monza? Essenzialmente il bilanciamento. “Ham ha lottato davanti per buona parte del tempo, ma ha faticato. Dopo essere giunto al bloccaggio e danneggiato l’ala, ha perso terreno“, ha spiegato dando colpa anche alla sorte e ad una Safety Car entrata nel momento sbagliato.

Per quanto concerne invece il talentuoso ragazzino di King’s Lynn l’azzardo di passare dalle intermedie alle medie prima della concorrenza non ha pagato. “Quando era fuori dalla zona punti ci abbiamo provato. Con il senno di poi, ovviamente, abbiamo anticipato troppo la sosta. Ma non avevamo nulla da perdere“, ha commentato una scelta infelice che ha finito per relegare il #63 in fondo, tra l’altro con il pericolo incidente sul groppone, a fronte di scivolate degne di un rally sul fondo ancora umido per sopportare le slick.

Ciò malgrado, man mano che la pista si asciugava sembrava potesse riuscire ad entrare in top 10. Poi però la collisione con la Haas di Schumacher lo ha ributtato in fondo al gruppo“, l’amara analisi conclusiva del dirigente viennese, deluso e frustrato per la fine di un’era trionfante.

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