Wolff, altra frecciata alla Red Bull: ormai è guerra aperta

Nuova stoccata da parte del boss della Mercedes Wolff ad indirizzo del l’omologo e rivale della Red Bull Horner. Ecco il perché.

Ogni giorno la domanda è come il duo Wolff – Horner si lancerà punzecchiature a vicenda. Perché sì, ormai non passa giornata che non si tormentino a colpi di lingua biforcuta. Non si amano. Anzi, non si sono mai amati. Questo è chiaro. Ma il duello ravvicinato dello scorso anno non ha fatto altro che acuire ulteriormente l’antipatia reciproca.

Toto Wolff (LaPresse Foto)
Toto Wolff (LaPresse Foto)

Solo per citare alcuni recenti botta e risposta, il boss della Mercedes ha accusato quello della Red Bull di aver inscenato la fine dei rapporti con Porsche nelle vesti di motorista. Mentre l’inglese ha ironizzato sulla mancanza di forma della scuderia che dal  2014 al 2014 aveva dominato tra i costruttori.

Questa volta, manco fosse una partita di ping pong o tennis, la palla è tornata nel campo del manager viennese che se l’è presa con il dirigente dell’equipe con base a Milton Keynes per aver pubblicizzato troppo l’ingaggio di nuovo personale.

Wolff adirato con Horner: ecco il motivo

Il 50enne non avrebbe affatto gradito l’enfasi posta dalla squadra di proprietà di Dietrich Mateschitz circa l’ingaggio di alcuni membri della Stella da inserire nel nuovo reparto dedicato al powertrain, creato dopo il ritiro del motorista Honda dalla F1.

Tra le persone chiave soffiate ai tedeschi figurano anche Ben Hodgkinson, per vent’anni a Brixworth nelle vesti di capo degli ingegneri, e Phil Prew, al vertice del dipartimento propulsori.

Lo scorso aprile il talent scout degli energetici Helmut Marko aveva parlato di ben cinquanta persone convogliate nel suo gruppo.

Fuoriuscite che potrebbero ripresentarsi a breve con l’ingresso di Audi nel Circus.

Non c’è dubbio che qualcuno potrebbe decidere di andare via. Il mercato della top class è aperto. Ed è normale che avvengano degli scambi“, ha dichiarato Toto a Motorsport.com.

Anche da noi è arrivato qualcuno, ma non abbiamo avuto bisogno di fare dei comunicati stampa ogni volta“, la stoccata agli avversari.

A suo avviso a facilitare il fuggi fuggi da Mercedes e Red Bull sarebbe stata la vicinanza delle fabbriche, distanti l’una dall’altra appena 30 miglia. “Alla fine erano dietro l’angolo. Ben diverso è il discorso se ci si deve spostare in Germania, come effettivamente succederà con l’approdo nella categoria della Casa dei quattro cerchi. Senza dimenticare che per quell’epoca verrà introdotto il cost cap sulla PU che ne limiterà le spese“, ha proseguito.

Contento di avere ben presto in griglia dei “fratelli germanici”, il dirigente austriaco ha esaltato anche l’alto livello tecnologico del quartier generale di Neuburg. “Loro sanno cosa fare per ottenere dei risultati. E Le Mans ne è la dimostrazione. Non ho dubbi quindi, che saranno molto competitivi. Si uniranno ad un team con sede nella Svizzera tedesca. E sebbene sarà una sfida, sono certo che si giocheranno bene le loro carte. Di conseguenza non può essere che presa positivamente questa notizia“, ha considerato prima di concludere.

Questa è la chiara prova di quanto il nostro sport sia diventato forte ed attrattivo. Capace di portare in pista i brand più importanti al mondo“, ha sbandierato, ribadendo un concetto a lui caro. Ovvero che la massima serie a ruote scoperte non ha ragion d’essere senza monetizzare e incrementare le risorse in cassa.

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