Leclerc “meglio” di Schumacher? La convinzione dell’ex boss di F1

La mancata vittoria iridata della Ferrari nel 2022 sta scatenando interrogativi. Per un ex F1 c’è un motivo per cui Leclerc si è perso.

Dopo i proclami della dirigenza dello scorso anno, in tanti si aspettavano una Ferrari vincente. In questo Mondiale della rivoluzione tecnica grazie all’introduzione delle  monoposto ad effetto suolo, la Rossa era attesa al grande salto. Un passo avanti che effettivamente si è verificato, ma non tanto quanto voluto e sperato. Essere campioni d’inverno, come ci insegna anche il calcio, non serve a nulla. E il team italiano ne è la dimostrazione.

Charles Leclerc e Michael Schumacher (ANSA)
Charles Leclerc e Michael Schumacher (ANSA)

Quando ci si avvicina al gran finale di Abu Dhabi, le vittorie nel suo carniere sono quattro, tra con Leclerc e una, a Silverstone, con Sainz. Nettamente meglio delle due annate precedenti, in cui il primo posto lo vedeva con il lanternino, però un deficit c’è ed è evidente.

Per migliorare la prestazione globale, l’affidabilità è stata tralasciata. Ma è soprattutto l’aspetto operazionale a fare acqua da tutte le parti. I pit stop restano un punto debole. E pure la strategia adottata, spesso, si rivela sbagliata.

Perché Leclerc non ha vinto il titolo

In mezzo a tutto questo, i piloti si sono resi protagonisti di incidenti clamorosi, obbligando i meccanici a fare del lavoro extra. Nello specifico Charles,  il più esperto del duo per conoscenza di squadra e vettura, ha fatto due scivoloni importanti, a Imola, di fronte al pubblico di casa, e al Paul Ricard, allontanandosi dall’obiettivo della vigilia del 2022.

Ma per quale ragione il monegasco non è stato in grado di mantenere le promesse e le premesse? Secondo l’iridato 1996 di F1 Damon Hill, a causa dell’ansia. A differenza di Verstappen, a suo perfetto agio e sicuro di sé e della macchina che guida, il 24enne del Principato vive immerso nell’agitazione. Un turbamento continuo che finisce, per annullare le sue doti.

Ricordo quando ho intervistato Max per la prima volta. Aveva 17 anni, eppure sapeva già come gestirsi. Aveva una fiducia incredibile“, ha confidato il britannico a podcast F1 Nation.

La Scuderia non trionfa più tra i conduttori dal 2007 con Kimi Raikkonen, in vetta al mondo per un solo punto ai danni della coppia McLaren di allora, formata da Hamilton e Alonso. Data invece 2008 l’ultima affermazione tra i costruttori.  Né Fernando, né successivamente Vettel, saranno in grado di dare vita ad una nuova era trionfale in stile Schumacher. Quella che, come tutti ricorderanno, avrebbe portato alla squadra sei sigilli marche tra il 1999 e il 2004 e cinque driver tra il 2000 e il 2004.

E a proposito di Michael, l’ex pilota inglese, oggi commentatore tv, ha fatto un paragone con il giovane di Montecarlo. Se di sovente quest’ultimo si è preso carico degli svarioni fatti in pista, facendo pubblica ammenda, Schumi, a suo avviso non lo avrebbe mai fatto. Un po’ per orgoglio e un po’ carattere, a suo avviso il tedesco non si sarebbe mai abbassato a tanto, almeno nel suo momento di apice.

La prima occasione in cui l’ho sentito  scusarsi e assumersi la responsabilità dello sbaglio ho subito pensato che il campione di Kerpen non avrebbe mai potuto dire qualcosa del genere“, ha infine considerato ricordando la “freddezza” in pista del Kaiser nelle sue fasi di apice. Quando non si tirava indietro nel fare scorrettezze pur di imporsi. Mondiale 1997 docet.

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