Ferrari, torna l’uomo dei successi di Schumacher? Le voci non si placano

Le aspettative disattese dalla Ferrari per questo Mondiale 2022 di F1, potrebbero portare a nuovi scossoni al vertice. Un nome è favorito. 

E se tornare alla strada vecchia potesse essere la soluzione ai problemi della Rossa? Alcuni si stanno ponendo questo interrogativo, convinti della validità del proverbio che il pesce puzza dalla testa. Ma rimuovere gli attuali vertici e creare l’ennesimo scossone in un gruppo già instabile è veramente ciò di cui ha bisogno la scuderia? La questione è evidentemente complessa.

Charles Leclerc, Ferrari (LaPresse Foto)
Charles Leclerc, Ferrari (LaPresse Foto)

Lo sa bene un manager navigato come Jean Todt, segnalato ultimamente come prossimo team principal Ferrari. A Maranello dal 1993 al 2007, il francese passò poi a presiedere la FIA fino alla scadenza del secondo mandato avvenuta a dicembre 2021, quando è stato sostituito da Mohammed Ben Sulayem.

Dunque, attualmente il francese è senza un lavoro. E quale miglior alternativa alla pensione, di un bel carico di pressione in zona Maranello?

Alla luce dei 14 titoli vinti, tra piloti e costruttori, e i 72 successi di gara ottenuti da Michael Schumacher, nel suo periodo dirigenziale, in tanti sperano che possa rientrare in Italia, per un secondo miracolo.

Todt replica alle indiscrezioni. Tornerà in Ferrari?

Le chiacchiere di corridoio lo vorrebbero al fianco di Binotto nelle vesti di consulente. Un ruolo sulla falsariga di quello del compianto Niki Lauda in Mercedes. E questo per togliere un po’ del carico di lavoro attualmente sulle spalle del team principal italo-svizzero, evidentemente troppo impegnato per poter operare con la dovuta calma e attenzione.

Ma per quale motivo si è creato tale rumour? La risposta sarebbero i diversi incontri avuti nell’ultimo periodo con il capo del gruppo Stellantis e dunque pure della Casa modenese John Elkann.

Dubito che ci sia qualcosa di vero in queste notizie“, ha affermato al Festival dello Sport di Trento. “Ho fatto una colazione con Andrea Agnelli, presidente della Juventus, a Torino, e subito hanno pensato che stessi subentrando nel club di calcio. Quando ero in Federazione era normale confrontarsi con il capo del Cavallino. Spesso parlavamo delle ambizioni del team. Ma c’è una differenza tra discutere, condividere speranze e lavorare assieme. Certi capitoli funzionano se c’è accordo da entrambi i lati“, ha commentato facendo intendere che forse da una delle due parti ci sarebbe stata la volontà.

Alla Rossa sostengono che il posto di Mattia è salvo. Allo stesso modo, per il 76enne il passato è passato, seppur meraviglioso. “E’ stato un periodo fantastico, ma oggi le cose sono diverse. Personalmente ho molto rispetto per il lavoro d’eccellenza che fanno le squadra. E’ qualcosa di difficile e bello.  Due concetti che per me sono concatenati. In quanto la bellezza dipende dalle criticità che hai incontrato. E’ da lì che si genera la soddisfazione“, la sua riflessione a proposito del maggior godimento che si prova quando un risultato è sudato.

Poco propenso a dare consigli all’ingegnere promosso a responsabile del muretto più bollente del Circus, l’ex federale ha pronunciato soltanto un “deve resistere“.

Adesso la scuderia sta facendo bene. Forse la gente non se ne rende conto, che è tornata a vincere. Certo, un po’ tutti vorremmo vederla in alto in campionato e non solo nelle singole gare. Mi auguro che avvenga nel 2023, poiché ormai è dura in questa di stagione“, non ha nascosto il suo tifo. Purtroppo, in un Mondiale con forze in campo così agguerrite, per raggiungere l’apice bisogna toccare l’eccellenza. Non semplice da raggiungere e mantenere.

Deve essere presente in ogni dettaglio. Da chi risponde al telefono, ai piani alti“, ha considerato lo storico navigatore di rally.

Non va dimenticato che la Ferrari è reduce da un pessimo 2020 e da un 2021 in leggera risalita. A sei eventi dalla chiusura dell’annata, è sì molto distante dalla capolista Red Bull, ma è comunque stata in grado di superare la Mercedes.

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