L’ex presidente della FIA e manager della Ferrari Todt non le ha mandate a dire al team italiano, reo di aver gettato un’occasione.
Avrebbe potuto vincere il Mondiale 2022 e spezzare un digiuno partito nel 2007 per quanto concerne i piloti con il successo di Kimi Raikkonen, e nel 2008 per i costruttori. Ed invece, ancora una volta, la Ferrari dovrà rimandare l’appuntamento con la corona a data da destinarsi. Al via dell’inverno che ha portato con sé le innovative vetture ad effetto suolo, con i galloni della favorita, a fronte di una F1-75 immediatamente competitiva, la Rossa ha pian piano perso terreno.
Non è stata in grado di mantenere le attese e soprattutto si è dimostrata incapace di reggere il ritmo della Red Bull che, grazie alle intuizioni del progettista Adrian Newey, ha corretto in tempi record i difetti e i deficit della sua vettura.
Sebbene il Cavallino sia reduce da almeno un paio di annate difficoltose, l’aver mancato l’obiettivo in questa stagione risulta piuttosto doloroso. Sì perché se effettivamente un recupero si è verificato, il distacco rimediato dagli energetici è eclatante. Oltre centro punti in ognuna delle classifiche. Praticamente un altro mondo rispetto al 2021, quando a vedersela con l’equipe con base a Milton Keynes era stata la Mercedes.
Todt sollecita la Ferrari ad intervenire
Questa clamorosa débâcle degli italiani quando invece c’erano tutti gli ingredienti per fare il botto, ha destato perplessità non solo tra i tifosi, ma pure nell’intero paddock. A partire da Jean Todt. Ex boss federale e della Scuderia nell’epoca d’oro (1993-2007), il transalpino ha riflettuto su cosa possa aver portato la squadra a perdere un titolo nelle sue mani.
Intervenuto al Festival dello Sport di Trento organizzato da la Gazzetta dello Sport, ha dichiarato: “Per questa annata è stata realizzata una grande macchina. Ciò significa che la squadra funziona. Manca tuttavia ancora qualcosa, perché per trionfare serve raggiungere il top sotto tutti i punti di vista“, ha commentato.
Al momento l’equipe viaggia ancora nella nebbia. La sensazione è che tentando di aggiustarsi in un modo, inizi a fare acqua dall’altro.
“Quando non si è al massimo è importante capire da dove arriva l’errore”, ha sostenuto il dirigente di Pierrefort. “Se si fanno spesso gli stessi sbagli, vuole dire che c’è qualcosa da cambiare. La Rossa ad un certo punto ha avuto la monoposto più competitiva del lotto, però ha perso troppe occasioni a causa di guai diversi come strategia, affidabilità o Safety Car. Si è trattato di episodi che insieme hanno avuto un prezzo. Per questo non si deve abbassare la guardia e dare le cose per scontato”.
Chiamato a dare dei suggerimenti al responsabile del muretto Mattia Binotto, il 76enne ha preferito andarci cauto. “E’ facile parlare senza conoscere la situazione. Nel complesso stanno facendo bene. La gente forse non si rende conto dell’altissimo livello che ha raggiunto la F1 oggi. Certo, è da tanto che aspettiamo il trionfo iridato da parte del team modenese, ma manca poco al target. Magari ci sarà qualche chance in più nel 2023“, ha chiosato speranzoso prima di una breve battuta sul “Predestinato” Leclerc. “Charles è un campione, ma deve ancora crescere un po’. Mi auguro che riesca farcela in tempi brevi“, l’endorsement al monegasco, attualmente secondo della graduatoria conduttori alle spalle di Max Verstappen, ormai ad un tiro di schioppo dal suo secondo sigillo.