Hamilton si arrende alla Red Bull? Ecco la Mercedes con chi può lottare

Era convinto di poter centrare la top 4 nelle qualifiche dell’Olanda ed invece Hamilton è rimasto deluso. Ecco i suoi piani per la gara.

Lewis Hamilton lo aveva anticipato venerdì sera. L’obiettivo per le qualifiche di Zandvoort sarebbe stata la prima fila, o al massimo la seconda. Alla fine però all’inglese è andata bene a metà, avendo sì conquistato l’ultima piazzola libera della top 4, ma non uno dei primi due posti che, visto come si stava mettendo la sessione di qualifica, aveva cominciato a sperare di ottenere. Ed infatti a caldo, ha ammesso la parziale delusione, a suo avviso figlia di un evento avverso.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

La bandiera gialla sventolata per l’errore di Perez nel corso dell’ultimo tentativo utile, lo avrebbe privato della chance di attaccare e dunque di lottare per un piazzamento più soddisfacente.

Avrei potuto terminare più avanti, ad ogni modo, dopo le difficoltà di Spa è un risultato positivo” ha dichiarato ai media. “Mi auguro che il recupero fatto sul giro secco si confermi sulla distanza“.

Hamilton rammaricato, ma solo a metà

Rasserenato per il potenziale espresso dalla W13 sul tracciato dei Paesi Bassi, Ham ha però matenuto un profilo basso a proposito della possibilità di insidiare Verstappen al vertice.

La pole era fattibile? Mi sembra una lettura ottimistica. Red Bull è ancora troppo veloce per noi, tuttavia potevo fare di più“, ha riconsciuto.

Non così la pensa il boss della Mercedes Toto Wolff, convinto che in realtà l’inglese avrebbe potuto mettere sotto pressione Max. “Prima del testacoda di Sergio i nostri dati ci davano a circa un decimo dal comando, per cui credo avremmo potuto essere in zona”, ha considerato palesando una certa frustrazione per la chance scappata di mano all’asso di Stevenage.

Se riavvolgendo il nastro al Belgio, anche a causa delle basse temperarture, la monoposto di Stoccarda si era presa un secondo, una settimana dopo la storia è ben diversa. La macchina sviluppata a Brackley si adatta bene al tracciato olandese e il clima non fresco ome quello incontrato nelle Ardenne rappresenta un aiuto.

Mi sento fiducioso per la corsa“, ha asserito il 37enne pur conscio delle difficoltà di sorpasso su questa pista. “Non ho fatto dei long run, ma il mio compagno di squadra Russell sì e l’esito è stato buono. La vettura è apparsa forte e mi ha consentito di spingere maggiormente. Di conseguenza per il gran premio spingerò al massimo con il target podio nella testa“.

Sesto al termine del turno che definisce la griglia di partenza George non ha avuto lo stesso feedback del collega di marca. Senza ritmo nel corso del Q2, è stato obbligato a montare un set fresco di soft per garantirsi il passaggio alla fase successiva. “Certe criticità mi hanno colto di sorpresa e hanno scompaginato i miei piani“, ha riflettuto allargando poi il suo pensiero alla scuderia. “Non abbiamo ancora capito cosa non abbia funzionato a Spa e come mai qui la nostra autovettura abbia risposto immediatamente a dovere“.

L’aver fatto un passo avanti non è comunque sinonimo di vicinanza alla capoclassifica. “Al momento possiamo battagliare solo con Ferrari“, la sua sentenza.

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