Ricciardo non ci sta e fa una richiesta: la F1 lo ascolterà?

Continua a far discutere il tema del calendario affollato. La F1 vorrebbe imitare la IndyCar, ma i piloti non ci stanno. Ricciardo in testa.

Sono ormai diversi anni che tiene banco il proggressivo avvicinamento del Circus alle serie americane. Da quando Liberty Media è subentrata a Bernie Ecclestone nel 2017, il percorso intrapreso è esattamente questo. D’altronde l’ente proprietario è a stelle e e la sua storia di azienda dedicata alla diffusione tv dell’intrattenimento è per buona parte ruotato attorno ad eventi come la NASCAR.

Daniel Ricciardo (ANSA)
Daniel Ricciardo (ANSA)

Se l’ex Supremo tempo fa aveva definito il Circus attuale come un albergo di lusso trasformato in un McDonald, oggi non possiamo dargli torto. La massima serie effettivamente è diventata in tutto e per tutto un prodotto made in USA. Mancano solo le cheerleader e poi la trasformazione è completa.

A dircelo sono anche i dati. In un amen si è passati dal correre nel solo Texas, ad avere un GP a Miami e dal 2023 pure uno a Las Vegas. Ma soprattutto, si è provveduto a rimpolpare il calendario rendendolo quasi insostenibile. Per il prossimo campionato sono previsti 24 gran premi e se non ci fosse stata la cancellazione della Russia, quello di quest’anno sarebbe stato di 23. Un ritmo in linea con quello frenetico della IndyCar che, nello spazio tra fine febbraio e metà settembre conta ben 17 prove. Qualcosa di fattibile perché ci si sposta all’interno dei confini degli States, ma che declinato ad un Mondiale diventa eccessivo.

Purtroppo né Chase Carey nel recente passato, né il patron in carica Stefano Domenicali ci sentono da questo orecchio. Ciò significa che i round in programma potrebbero ulteriormente crescere, forti di un importante aumento della popolarità della categoria, specialmente tra i giovanissimi, e nonostante le continue proteste di staff e corridori.

Ricciardo vuole meno corse

Tra gli ultimi a protestare per l’eccessivo impegno richiesto all’intero paddock, costretto a passare lunghi periodi fuori casa, Daniel Ricciardo. Il portacolori della McLaren ultimamente chiacchierato per essere con un piede fuori dalla F1 a causa dello scarso rendimento, ha espresso un proprio parere condito da un suggerimento. “A mio avviso 18 appuntamenti andrebbero bene“, ha dichiarato a Speedcafe.com.

A dispetto dei ritocchi al format del weekend di gara per l’australiano, la resistenza di tutti i lavoratori viene messa a dura prova. “Il fine settimana in realtà dura quattro o cinque giorni. Se poi si hanno due o tre eventi di fila, diventa stancante“, il suo grido d’allarme che, al 99% rimarrà inascoltato.

Dando il proprio personale appoggio ad un quantitativo cospiquo di manifestazioni, il #3 ha però chiesto con urgenza una modifica. “Tutta la programmazione deve essere rivista perché funzioni. Capisco comunque che in una fase particolarmente positiva per lo sport, in cui stanno aumentando seguito e sponsor, sia difficile accorciare il tempo a disposizione”, ha asserito evidentemente favorevole ad un formato compatto a scapito delle categorie di supporto.

Reduce da alcune annate complesse, il driver di Perth potrebbe presto trovarsi davanti ad un bivio: passare all’Alpine sul sedile lasciato libero da Alonso o abbandonare il Grande Circo. Al momento è 12esimo della generale con 19 punti.

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