La Red Bull boccia Vettel: questo non farà piacere all’ex Ferrari

Al volante della Red Bull ha vinto quattro titoli iridati, eppure per il consulente del team Marko Vettel non vale un granché.

Approdato in F1 nel 2007 nelle vesti di collaudatore/riserva per la BMW Sauber e quindi subito promosso in Toro Rosso da un Helmut Marko rimasto colpito dalle sue abilità, Sebastian Vettel non impiegò molto per mettersi in bella mostra. Già l’anno successivo, sempre con la scuderia di Faenza, fu in grado di vincere un GP, ormai divenuto storico, a Monza sotto il diluvio, meritandosi così il passaggio in Red Bull.

Sebastian Vettel (ANSA)
Sebastian Vettel (ANSA)

Salvo il 2009, l’anno della sorpresa Brawn GP, al fianco di Mark Webber il tedesco farà magie portandosi a casa quattro sigilli consecutivi. Un traguardo, questo, che lo consacrerà nei numeri, ma mai davvero nella considerazione del pubblico, convinto che buona parte del merito fosse delle monoposto progettate dal genio di Adrian Newey.

Nel 2014 nel team al posto dell’australiano verrà chiamato Daniel Ricciardo. La convivenza con un giovane di belle speranze e dal piede pesante lo manderà in tilt, agevolando il trasferimento in Ferrari. Qui le ombre saranno più delle luci, con un ruolino discreto ma non conforme alle aspettative. Terzo, quarto, due volte secondo, quinto e tredicesimo, il riassunto di un travagliato percorso a Maranello, conclusosi con un divorzio ugualmente brutale annunciato addirittura a campionato 2020 ancora da avviarsi.

A quel punto per il #5 non c’è stata altra opzione se non quella di accettare le lusinghe dell’Aston Martin. Una scelta quasi obbligata, rivelatasi tuttavia errata. Sulla verdona non caverà un ragno dal buco e l’unica soddisfazione finora resta il podio guadagnato in Azerbaijan nel 2021.

Marko declassa Vettel

Consapevole di non poter ottenere più nulla di importante e ormai distratto dalle esigenze famigliari e da altre passioni di natura sociale, come l’ambientalismo e la difesa delle minoranze, in Ungheria arriverà la notizia del ritiro dalle corse a fine stagione.

Ma colui che gli ha consegnato le chiavi per una carriera vincente, che idea si è fatta di lui? E’ davvero il pilota più forte uscito dal gruppo energetico. A quanto pare no.

Per il 79enne di Graz, il migliore è Verstappen. “Dopo che si è laureato campione ha acquisito maturità senza perdere lo spunto. Pur essendo veloce, si prende meno rischi e non stressa il materiale a disposizione“.

A proposito di Max, il talent scout ha svelato i suoi gusti in termini di assetto. Un aspetto che lo rende unico, almeno nel confronto con i vicini di box. “A lui importa avere un anteriore stabile. Il resto non gli interessa. Il problema è che per gli altri, compreso Perez, una macchina così è inguidabile“.

Dopo tredici GP al top in entrambe le classifiche, la Red Bull è certamente la candidata numero uno alle due coppe più prestigiose. Risolte le problematiche di sottosterzo che avevano afflitto la RB18 nelle prime gare, ora la monoposto sembra aver acquisito una certa competitività complessiva. Certamente più della F1-75, carente soprattutto sul fronte affidabilità, come d’altronde riconsciuto dallo stesso Mattia Binotto. Un dettaglio non da poco che potrebbe rivelarsi decisivo da qui ad Abu Dhabi.

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