La Haas in lotta per il podio? Ecco quanti anni ci vorranno

Facendo un’analisi del potenziale attualmente a disposizione della Haas il boss Steiner ha ipotizzato una data per la lotta alla top 3.

Dopo anni di gravi difficoltà la Haas è rinata. Costretta a disputare il 2021 con una monoposto ferma nello sviluppo all’anno precedente a causa della scarsità di finanze che avrebbe potuto compromettere il lavoro sul progetto ad effetto suolo, la scuderia americana ha dato prova di aver seguito il percorso giusto. E non solo dal punto di vista tecnico, ma altresì della formazione.

Mick Schumacher, Haas (Ansa Foto)
Mick Schumacher, Haas (Ansa Foto)

L’aver riportato nel team un corridore esperto come Magnussen, si è rivelata una mossa vincente in quanto ha garantito un plus nelle indicazioni agli ingegneri e ha aiutato Schumacher a farsi fuori e a spremere maggiormente il proprio potenziale, nonostante le difficoltà delle prime gare.

Sì per Mick, nelle fasi acerbe di questo 2022 rivoluzionario, ha fatto più danni che in tutto il campionato precedente. L’ansia da prestazione e la paura di sfigurare nel confronto con il danese, immediatamente un tutt’uno con la vettura lo hanno messo nei guai. Spesso in testacoda, il figlio di Michael non si è risparmiato botti clamorsi con auto devastate e una dirigenza tra il preoccupato e l’arrabbiato, pronta a scaricarlo.

Il 23enne ha davvero rischiato di perdere il posto un po’ per il notevole numero di incidenti, un po’ per l’inconsistenza rispetto al vicino di box, poi però a Silverstone è avvenuto il miracolo. All’improvviso ha cambiato passo, cominciando a sbagliare di meno e ad entrare in zona punti.

A nove eventi dal termine, l’equipe a stelle e strisce è settima della generale marche davanti ad Alpha Tauri, Aston Martin e Williams, mentre tra i driver Kevin è addirittura undicesimo con 22 punti e Schumi Jr. quindicesimo con 12. Un bel bottino se si pensa alla storia recente della compagine fondata dall’omonimo Gene che ovviamente ha portato morale ai piani alti.

La  VF-22 è complessivamente indovinata e alla luce del congelamento di buona parte delle componenti della macchina, è una constatazione benaugurante, nei limiti di quello che può fare una scuderia privata e con economie limitate, anche a causa dell’interruzione dei rapporti con lo sponsor Uralkali portato dal russo Nikita Mazepin, messo alla porta con lo scoppio della guerra in Ucraina.

Il boss Haas fa un’importante previsione

Ottimista dopo aver visto i suoi due ragazzi chiudere alcune gare in top 10, il responsabile del muretto Gunther Steiner si è sbilanciato sui prossimi traguardi da qui al 2025 quando le regole cambieranno ancora ed entreranno nuovi costruttori.

Credo che alla fine di questo periodo non vinceremo delle gara, ma potremo puntare al podio“, ha sostenuto a The Racer. “Almeno questo è il nostro target. Detto ciò anche gli altri avranno le nostre medesime opportunità e come noi dovranno convivere con il budget cap. Un aspetto, questo, che non va trascurato”.

Con grande fiducia il manager meranese ha voluto guardare all’avvenire, conscio che se la situazione attuale in classifica verrà mantenuta fino ad Abu Dhabi garantirà alle loro casse dei soldi extra per allungare ancor di più sulla diretta concorrenza.

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