Charles Leclerc, l’impresa è possibile: ecco il piano della Ferrari

A nove gare dal termine della stagione Leclerc è secondo della generale con un ampio svantaggio su Verstappen. Non tutto però è perduto.

Di sicuro tra i membri Red Bull e Ferrari ad essere andati in vacanza con maggiore tranquillità sono stati senz’altro i primi. Partita in Bahrain con un doppio ritiro per affidabilità, la scuderia austriaca ha saputo rimboccarsi le maniche e in men che non si dica ha risolto i suoi problemi, non solo colmando il divario dall’avversaria italiana, ma addirittura superandola, e non di poco.

Charles Leclerc (Ansa Foto)
Charles Leclerc (Ansa Foto)

A circa metà campionato ancora da disputare, la compagine austriaca vanta un margine di quasi cento punti nella classifica costruttori, mentre tra i piloti Max Verstappen svetta con ottanta lunghezze in più di Charles Leclerc.

Alla luce di certi numeri viene facile pensare che i giochi siano fatti, ma, come ci ha insegnato pure la storia abbastanza recente, mai dire mai.

Leclerc campione del mondo? Ecco perché non è impossibile

Giusto per dare un po’ di morale ai tifosi della Rossa, disperati per il crollo verticale della loro squadra dopo un inizio davvero benaugurante, presentiamo qualche caso di rimonta insperata andata a buon fine.

Il caso più conosciuto dai fan del Cavallino è quello del 2007. Al giro di boa lo svantaggio di Kimi Raikkonen su Alonso ed Hamilton era di 18 lunghezze, non quisquiglie stando al vecchio di sistema di punteggio. Per di più nelle gare successive la situazione del finlandese peggiorò fino a che la sfida interna alla McLaren non finirà per aiutarlo consegnandogli per una sola lunghezza il Mondiale in mano. L’ultimo per l’equipe modenese.

Nel 2012 quando ancora correva per Red Bull Vettel si trovò a -44 da Fernando. Un gap rivelante, annullato da quattro successi di fila che gli permisero di avere la meglio per tre lunghezze.

Spostando il calendario parecchio indietro, arriviamo al 1984. In questo caso il testa a testa fu tutto in casa Woking tra Lauda e Alain Prost. Se per l’austriaco i centri furono cinque, per il francese saranno sette. Ma a fine stagione a festeggiare, per mezzo punticino, fu il compianto Niki.

E che dire del 1976! Il campionato diventato materia per pellicole hollywoodiane, offrì una lotta senza eslcusione di colpi che premiò lo sregolato James Hunt ai danni del coriaceo “Ragioniere”, leader ferito nel corpo e nello spirito dal rogo del Nurburgring e dalla pronta sostituzione in Ferrari quando si trovava in difficoltà. La sua rinuncia sotto il diluvio del Fuji farà storia tanto quanto le dimissioni del Papa e si rivelerà decisiva per il titolo.

Infine, andando ancora più lontani nel calendario ricordiamo il 1964. Allora il mitico John Surtees si trovava in settima piazza con 20 punti in meno da Jim Clark. La provvidenza amica nei confronti del ferrarista si presenterà sotto forma di guasti sulla Lotus del rivale. Quello fondamentale lo fermerà all’ultimo giro dell’ultimo round dell’annata. L’ottimo gioco di squadra del compagno di box Lorenzo Bandini farà il resto.

Insomma, il compito del monegasco è veramente arduo poiché anche qualora dovesse lasciare il segno in tutti gli appuntamenti rimanenti non basterebbe comunque se Max dovesse tagliare il traguardo sempre secondo. Tuttavia, come abbiamo visto il colpo di scena è dietro l’angolo.

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