Ferrari, Binotto crede a quello che dice? Intervista agghiacciante

Mattia Binotto continua a raccontare una realtà molto diversa rispetto a quello che ha detto la pista nei primi 13 round del campionato 2022.

L’unica notizia positiva di quella che avrebbe dovuto essere la stagione della svolta, è una ritrovata competitività del mezzo. La squadra è riuscita a tornare a lottare per podi e vittorie, sfatando un tabù iniziato il 22 settembre 2019, con l’ultima vittoria in rosso di Sebastian Vettel. Il tedesco e il monegasco avevano siglato il terzo successo consecutivo di quella annata, e da allora la Ferrari è rimasta a digiuno. Dopo due anni e mezzo la Rossa è tornata sul gradino più alto del podio, vincendo con Leclerc in Bahrain.

Mattia Binotto (Ansa Foto)
Mattia Binotto (Ansa Foto)

La tappa inaugurale aveva messo in mostra tutte le qualità della vettura. Leggera, agile, performante ed affidabile, al contrato della Red Bull Racing che costrinse subito al primo ritiro stagionale Verstappen. I tre ritiri nei primi tre round della RB18 avevano esaltato l’affidabilità della F1-75, creando anche un discreto gap in classifica. Leclerc vinse anche in Australia con un magnifico grand chelem o gran slam. Pole position, vittoria, giro più veloce, senza mai cedere la prima posizione. Un successo clamoroso che aveva, realmente, lasciato presagire l’apertura di un ciclo vincente.

Red Bull Racing e Mercedes avevano anche perso tempo, concentrandosi sino all’ultima tappa di Abu Dhabi sullo sviluppo delle precedenti auto. La Ferrari, terza nel 2021, puntò tutto sul cambio di regolamento per farsi trovare al top in questa annata. I proclami del Presidente John Elkann e del team principal Mattia Binotto avevano illuso, anche perché si era parlato di un’apertura di un ciclo vincente. Invece, la Ferrari ha ritrovato competitività, sul piano della performance, ma è venuta meno la gestione del team. Sin qui l’ingegnere di Losanna non si è dimostrato all’altezza del suo ruolo, abbandonato da una dirigenza sempre più lontana e distaccata dal reparto corse.

Binotto non è il solo ad aver commesso errori in queste stagioni, ma è il responsabile numero 1. Per tanto tempo ha cercato di far quadrato, nascondendo i macroscopici errori degli strateghi e dei meccanici. Tante scelte sbagliate al muretto e pit stop lenti che hanno condannato la Rossa. Errori di un team che non può ambire a traguardi ambizioni, con buona pace di Leclerc e Sainz. Non è bastato l’estro del monegasco e la costanza dello spagnolo. Finché si giustificheranno errori clamorosi, con il motto “siamo una squadra giovane che si sta facendo le ossa”, la Scuderia difficilmente si giocherà un titolo mondiale. La situazione oramai è già crollata. Il mondiale si può dire chiuso già da molte settimane, con i problemi tecnici alle Power Unit Superfast e i suicidi strategici in molte delle tappe clou del calendario.

Le parole di Mattia Binotto

In Ungheria Charles Leclerc ha percorso 21 giri sulle mescole medie nel primo stint, fermandosi dopo soli 17 giri sulle gialle nel secondo stint. Il #16 avrebbe potuto e dovuto spingersi almeno 10 giri in più sulle medie per poi passare alle soft e smarcare, nel finale, l’ultima mescola, come da regolamento. Il problema altrove nemmeno se lo sono posti con un capolavoro strategico, in casa Red Bull Racing, che ha lasciato tutti senza fiato. Alle spalle di Verstappen, sono arrivate le due Mercedes con Hamilton che ha preceduto, nel finale Russell. Gli errori grossolani del muretto box, sono stati dribblati da Binotto che ha preferito sottolineare come le prestazioni non siano state in linea con le aspettative del team.

Nel debriefing di fine gara, come riportato da Motorsport.com, il team principal ha difeso l’operato della Scuderia, dando una valutazione positiva di questa prima metà di campionato. “Il bilancio di questa prima parte di stagione della Ferrari non può che essere positivo, anche se rimane la delusione dell’Ungheria e dovremo capire come intervenire per fare in modo che non accada più. Nelle 13 gare disputate sino ad ora abbiamo fallito una sola gara. In altre non abbiamo vinto per motivi vari. A volte sono state anche frustranti, con delusione, e meritavamo risultati ben superiori. Però in 12 gare su 13 siamo stati lì a lottare sempre per la vittoria”. In sostanza l’ingegnere di Losanna ritiene che la Ferrari abbia fallito solo una gara, avendo ottenuto nelle altre meno di quanto avrebbero meritato.

La Ferrari era arrivata in Ungheria con il chiaro obiettivo di accorciare il gap dalla Red Bull Racing. Max Verstappen, invece, grazie all’ottavo sigillo stagionale, è passato da un vantaggio di 63 punti ad uno di 80. Per Leclerc la situazione si è fatta davvero difficile, incalzato anche da Perez. Sainz, invece, è stato superato da Russell in classifica piloti. Il distacco dalla Red Bull Racing è adesso di 97 lunghezze con una Mercedes che ha messo nel mirino la Ferrari, a -30. Nonostante dei numeri che certificano un fallimento senza precedenti, nonostante una vettura straordinaria, Mattia Binotto ritiene il mondiale ancora alla portata.

Gli obiettivi rimangono invariati – ha spiegato Binotto – vogliamo essere competitivi in ogni gara e cercare di vincere ogni gara. Torneremo a correre dopo la pausa estiva con un solo desiderio: cercare di vincere ogni gara e portare a casa più vittorie possibile. I campionati sono matematicamente ancora aperti, ed anche quello Costruttori non va dimenticato. Non è detto che non si possa dire la nostra. Prima ancora di tutto questo, però, dobbiamo analizzare quanto successo in Ungheria. Se lo capiremo, potremo tornare competitivi di sicuro. E’ stato un passo falso che ci deve far crescere. Dovremo lavorarci per fare in modo che non accada più”.

Sembra tornata la fase del “sino a quando la matematica non ci condanna”. Un film già visto a Maranello, con la solita scusa di una squadra giovane che sta imparando a non ripetere più gli stessi clamorosi sbagli. Errare è umano, ma perseverare è diabolico. L’ex campione F1 ha massacrato la strategia Ferrari: “Non guardano la gara”. Alcuni elementi nel team, a partire dall’head of strategy Inaki Rueda, hanno commesso errori impressionanti, ma hanno conservato le loro poltrone. I tifosi Ferrari vorrebbero fuori anche Mattia Binotto, dopo il nuovo ko. Purtroppo servirebbe un atto di dignità, sempre più raro al giorno d’oggi, con la scelta di defilarsi e fare un passo indietro, anche perché con una dirigenza assente, determinati uomini non saranno mai rimossi dai ruoli prestigiosi che hanno acquisito.

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