Hamilton preoccupato: previsione drammatica per l’Ungheria

Il miracolo Mercedes del Paul Ricard è già alle spalle? Al termine della prima giornata a Budapest, Hamilton si mostra pessimista.

Come suo costume Lewis Hamilton non si è tenuto nulla dentro e mentre si svolgeva la seconda sessione di prove libere si è lasciato andare a diversi sfoghi. In avvio di turno si è lamentato per l’evidente gap dalla Ferrari nonostante in quel momento fossero sulla medesima mescola media, e in seguito, sempre via radio ha puntato il dito contro l’instabilità della sua auto.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

Stando a queste dichiarazioni, dunque, l’improvvisa rinascita avuta in Francia, avrebbe lo stesso tenore della ripresa dei pazienti del dottor Malcolm Sayer nel film (tratto da una storia vera) “Risvegli”. Un bagliore durato il tempo di un amen e forse non più ripetibile. Ma noi che siamo avvocati del diavolo, alle parole del sette volte iridato crediamo poco. Non è detto, infatti, che nel prosieguo del weekend la Mercedes non riesca a regalare qualche sorpresa proprio come avvenuto al Castellet.

Allo stesso modo, questo regresso potrebbe essere attribuibile alle caratteristiche tortuose e lente dell’Hungaroring.

Hamilton nel panico: allarme performance

Quest’ultimo dubbio è venuto altresì al britannico quando, analizzando l’anadamento delle due sessioni, ha sostenuto che la monoposto non è stata modificata in alcuna componente se non nell’halo.

Non abbiamo cambiato nulla sulla vettura rispetto alla scorsa settimana e pure io sono lo stesso pilota,  eppure la risposta è diversa“, ha affermato stupito.

Entrando nello specifico delle sensazioni provate al volante, il 37enne ha rimarcato una certa difficoltà di gestione: “È incredibile come possa variare il comportamento da un circuito all’altro. Per quanto mi riguarda sto cercando di capire come far funzionare la macchina al meglio, perché per adesso non fa quello che vorremmo“.

Che il fine settimana della Stella potesse non essere liscio come una tavola lo si era afferrato nell’FP1 quando Ham e Russell non erano riusciti a fare meglio della quinta e settima piazza, sempre meglio comunque dell’ottava e undicesima dell’FP2. A destare più ansia soprattutto il divario dal vertice.

Credo che anche se fossimo in grado di trovare l’assetto corretto, lo svantaggio dai primi due team di vertice sarebbe attorno al secondo“, ha proseguito sconfidato il #44, dimentico che pure al Paul Ricard al venerdì erano in mezzo al nulla e domenica hanno ottenuto un doppio podio.

A complicare ancor di più il lavoro dell’asso di Stevenage ci ha pensato un danno al fondo. “Mi ha fatto perdere molto downforce“, ha svelato. “Per cui è stata dura portare avanti la simulazione gara. Sicuramente sarà un fine settimana duro. Noi in ogni caso daremo il massimo”, ha poi cercato di farsi forza.

Meno allarmista del collega di box George ha riconsciuto sì alcune criticità, ma si è poi soffermato sugli aspetti positivi del primo giorno ungherese. “Abbiamo testato diversi elementi che con ogni probabilità non ci saranno utili in qualifica, dato che è prevista pioggia, ma nel prosieguo. Non sono state due sessioni tranquillissime, comunque si sono rivelate produttive”, ha riflettuto pragmatico il #63.

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