Ferrari, durissimo attacco degli inglesi: il team di Maranello umiliato

La Ferrari sembra essere divenuta lo zimbello dei paesi anglosassoni. Ecco cosa è stato detto da un noto giornalista d’oltremanica.

L’ennesima figura barbina è stata ottenuta dalla Ferrari nel Gran Premio di Francia, e stavolta c’è purtroppo la colpa di Charles Leclerc, che tante volte abbiamo lodato per il suo talento eccelso. Tuttavia, il monegasco si è dimostrato ancora troppo acerbo per reggere il confronto contro un computer come Max Verstappen, che vincendo ha messo la parola fine ad un mondiale che aveva già in tasca.

Ferrari F1-75 (ANSA)
Ferrari F1-75 (ANSA)

Se già le 38 lunghezze di differenza che c’erano dopo l’Austria apparivano un ostacolo molto grande, i 63 punti di gap che ci sono ora rappresentano un qualcosa di insormontabile. La Ferrari, volendo, potrebbe ancora giocarsela se ci fermassimo al potenziale della monoposto, ma purtroppo questo non basta quando hai una squadra clamorosamente inferiore alla concorrenza, con dei piloti che troppo spesso hanno sbagliato.

Se a questo punto della stagione Leclerc avesse avuto 30 o 40 punti di margine su Verstappen, non avrebbe rubato nulla a nessuno. Ormai si è perso il conto delle gare buttate via dalla Ferrari, e Super Max ha vinto la maggior parte delle volte approfittando proprio degli svarioni dei rivali.

Si può dire che le uniche affermazioni arrivate per via della superiorità sono state quelle di Imola e Miami, visto che in Arabia Saudita l’olandese ha vinto per solo mezzo secondo e grazie ad una Virtual Safety Car che ha giocato a sfavore del ferrarista. In Spagna l’aiutino è arrivato grazie al cedimento della power unit del monegasco, scenario che si è ripetuto anche a Baku.

In Canada, Leclerc non se l’è potuta giocare per via della penalizzazione in griglia che lo ha costretto a partire dal fondo, vedendolo protagonista di una bella rimonta che lo ha portato a chiudere in quinta posizione, mentre Carlos Sainz ha rischiato addirittura di battere il figlio di Jos, rimasto davanti senza commettere nessun errore e dimostrando una forza psicologica degna dei migliori di sempre.

La Scuderia modenese se la può riprendere solo con sé stessa, per via dei troppi punti gettati dalla finestra. Una macchina del genere, se fosse stata affidata ad una squadra come la Red Bull o la Mercedes sarebbe ora in fuga nel mondiale, ma purtroppo questo siluro è finito nelle mani sbagliate.

Si tratta, ed ormai è evidente, di un team allo sbando, in cui un ingegnere chiede al proprio pilota di rientrare ai box mentre sta duellando con un rivale (caso che ha visto protagonista Sainz nel momento in cui stava superando Sergio Perez), immagine che fa capire quale sia il livello di competenza all’interno di questa squadra, un tempo orgoglio mondiale ed ora ridotto ad un cumulo di maceria.

L’amarezza non può mancare nei tifosi, che comunque continuano a credere con incoscienza ad un sogno mondiale divenuto ormai un miraggio. Solo un suicidio sportivo della Red Bull potrebbe davvero riaprire la corsa al titolo, visto che la differenza in classifica ed a livello di preparazione del team è davvero incombabile.

Ferrari, gli inglesi prendono in giro il Cavallino

La Ferrari viene presa in giro anche all’estero, ed il giornalista del “Daily Mail“, Jonathan McEvoy ha dichiarato che la Scuderia modeneseHa scritto un manuale su come spararsi nei piedi“, e non c’è proprio nulla da dire su questo. Impossibile ribattere, perché quello che gli uomini di Mattia Binotto sono riusciti a fare in questa prima parte di campionato si commenta da solo.

McEvoy ha dichiarato che la Ferrari è riuscita a sbagliare tutto ciò che era possibile sbagliare, con errori dei piloti, strategie folli e problemi di affidabilità, aspetto questo che non ha dato neanche una bella immagine per la casa automobilistica, visto che diversi motori sono già andati a fuoco.

Il giornalista ha detto che in questa squadra manca anche una figura inglese, come poteva essere quella di James Allison che negli ultimi anni ha fatto le fortune della Mercedes. L’ingegnere era arrivato a Maranello nel 2015, ma poco dopo è stato silurato per via della scarsa competitività della monoposto dell’anno successivo.

In passato, i vertici del Cavallino avevano fatto piazza pulita per molto meno, allontanando gente di grande valore come Chris Dyer, Aldo Costa e tanti altri. Adesso, coloro che militano nella Scuderia modenese sono divenuti degli intoccabili, su tutti lo stesso Binotto ed Inaki Rueda, stratega che era arrivato dalla Lotus e che dal 2015 ad oggi ha sbagliato oltre cinquanta tattiche di gara. Numero impietosi e che non hanno bisogno di essere presi ulteriormente in esame, ma che evidentemente non bastano a chi di dovere.

Ormai la Rossa, da leggenda italiana amata e rispettata da tutti, è divenuta lo zimbello del mondo sportivo, gestita da persone che non dovrebbero neanche avvicinarsi ai cancelli di Maranello. Ogni fine settimana, avvengono sempre le stesse cose: la pole position che illude e poi il classico pastrocchio della domenica, che fa godere gli avversari distruggendo la felicità dei tifosi. Il tempo, ormai, è scaduto da troppi anni.

 

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