F1, Ferrari in fiamme? In casa Honda se la ridono: sentite cosa dicono

In Giappone i tecnici della Honda hanno evidenziato tutti i problemi delle PU della Ferrari. In Red Bull Racing si godono una affidabilità superiore.

La Ferrari avrebbe potuto ottenere una bella doppietta sul tracciato del Red Bull Ring, ma al giro 57 la Power Unit della Rossa di Carlos Sainz ha preso fuoco. Sono stati attimi di panico, anche perché lo spagnolo ha fermato la vettura in una zona giusta, ma i commissari non sono parsi molto pronti ad un evenienza di questo tipo. La monoposto ha preso fuoco e le fiamme sono arrivate quasi nella zona dell’abitacolo. Lo spagnolo, per sua fortuna, si è riuscito a liberare dell’imbracatura delle cinture e si è alzato, proprio quando la vettura ha iniziato a scivolare all’indietro.

Ferrari F1-75 (Ansa Foto)
Ferrari F1-75 (Ansa Foto)

Quanto accaduto con Sainz è stato di una pericolosità senza giustificazioni. I commissari non hanno provveduto immediatamente a spegnere il fuoco e ad aiutare il pilota. Come è accaduto già in passato la prontezza del pilota ha fatto la differenza. Un commissario addirittura ha lasciato l’estintore a terra ed è corso in direzione opposta dell’auto in fiamme. Un personale non all’altezza di un evento di tale portata. L’auto per fortuna si è fermata e Sainz è uscito indenne dall’abitacolo, ma sarebbe potuta finire male. La Ferrari ha dovuto dire addio al sogno di una doppietta, ma i patemi più grossi sono nati a ruote ferme.

La Rossa dovrebbe scontare l’ennesima penalità in Francia e partire dalle retrovie. C’è solo una speranza per Carlos Sainz. A Maranello è scattato l’allarme. La Ferrari, salvo futuri miracoli, è la prima squadra ad avere entrambi i driver colpiti con penalità al motore nel campionato 2022. In sostanza si rischia tutto, puntando su performance massime, ma con il pericolo costante che i motori vadano in fumo. Le penalità sarebbero una conseguenza obbligata, ma il team modenese non ha molte scelte. Si punterà a spremere al massimo le PU, proprio come fece la Mercedes nel 2021 che, alla fine, ebbe la meglio nei costruttori sulla Red Bull Racing nello scorso campionato.

Sono due strategie opposte. In Ferrari, dopo due anni e mezzo senza vittoria, hanno puntato tutto su un motore molto performante, ma con delle pecche di affidabilità. La Power Unit si è dimostrata di altissimo profilo, sin dalle prime battute, ma più fragile rispetto a quella della Honda che motorizza la RB18. In realtà la Honda si è, ufficialmente, defilata ma i tecnici giapponesi continuano a lavorare nel reparto Red Bull Powertrains. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dopo gli affanni iniziali, il team austriaco ha trovato la quadra, riuscendo a macinare un numero impressionante di chilometri. La F1-75 ha vinto, proprio a causa della inaffidabilità e delle strategie sbagliate, soli 4 Gran Premi. Tre (Bahrain, Australia e Austria) li ha conquistati Leclerc, mentre Sainz ha vinto in Inghilterra.

Ferrari in crisi, Red Bull Racing se la gode

Il team con sede a Milton Keynes ha vinto ben sette gare. Sei se l’è portate a casa Max Verstappen, mentre Sergio Perez ha vinto la superclassica di Monaco. La squadra ha fatto dell’affidabilità il suo punto di forza. A Silverstone Max è stato sfortunato, mentre al Red Bull Ring la iella ha toccato il messicano. Nel complesso la Red Bull Racing conserva un vantaggio consistente in entrambe le classifiche. Nella graduatoria dei team la squadra austriaca è a 359 punti, davanti alla Scuderia a 303. Una differenza di 56 punti. La Mercedes è a 237 punti, a -66 dalla Ferrari.

In classifica piloti domina sempre Max Verstappen a quota 208, Charles Leclerc è salito a quota 170 punti, Sergio Perez, ora terzo, è a 151. Sainz, dopo il DNF in Austria, è scivolato a 75 punti dal campione del mondo. Lo spagnolo sembra, assolutamente, fuori dalla lotta al titolo. Dopo tante settimane ad inseguire, ora il madrileno dovrà ricominciare tutto da capo. Max Verstappen ha 38 punti di vantaggio su Charles Leclerc. In Austria il #33, ora numero 1 della griglia, ha perso solo 5 punti (sommando SR e GP), mentre a Silverstone soli 6 punti. Un pezzo di carbonio che va a distruggere il fondo della wing car rappresenta una sfortuna più unica che rara. Nonostante due gare non al top, l’olandese ha limitato i danni. La Rossa ha aumentato le performance come ha spiegato un raggiante Mattia Binotto, ma i ritiri iniziano ad avere una ricaduta devastante in questo momento della stagione.

Masashi Yamamoto è passato dalla Honda, dove era amministratore delegato, alla Red Bull, dove è advisor, al termine dello scorso campionato. La squadra con sede a Milton Keynes ha scelto di proseguire sulla strada della continuità dopo la ritrovata competitività della scorsa annata. La Red Bull motorizzata Honda ha sfiorato il titolo costruttori, provando a detronizzare l’armata teutonica. Alla fine la Mercedes si è confermata campione e la casa nipponica ha annunciato una fittizia uscita di scena. In una intervista con AS-WEB dal suo paese d’origine, Yamamoto ha spiegato che Verstappen ha ottenuto il massimo in Austria. “È stata una bella gara, ma dopo è stata dura. Abbiamo fatto del nostro meglio all’inizio della corsa, ma le gomme sono peggiorate sempre di più. Leclerc è stato un po’ più veloce del solito, ma Max ha fatto un ottimo lavoro conquistando il secondo posto e il giro più veloce”.

A fine gara ho pensato che sarebbe stata interessante, ma la Ferrari è stata semplicemente più veloce durante il Gran Premio d’Austria. La Red Bull ha dato tutto perché abbiamo vinto lo sprint e siamo arrivati ​​secondi in gara. campionato, non ci siamo arresi molto per questo motivo”, ha spiegato il tecnico giapponese. Circa i problemi alla PU Superfast di Sainz, Yamamoto ha le idee chiare: la Honda al momento sta andando meglio. “È vero che la Ferrari è stata troppo forte lo scorso fine settimana, ma visto il motore di Sainz bruciato, penso che Honda Racing Corporation e Red Bull Powertrains siano migliori in termini di prestazioni complessive, inclusa l’affidabilità”.

Un bella frecciatina ai tecnici italiani. Per Yamamoto la squadra favorita non è la Ferrari. “La marea non è cambiata. Immaginavo già che la Ferrari sarebbe stata in vantaggio a luglio. Nella migliore delle ipotesi avevo previsto tre vittorie per gli italiani a luglio, tranne in Francia. Nella migliore delle ipotesi, la Red Bull ne avrebbe vinte due e perse due. Realisticamente una vittoria e tre sconfitte per noi”, ha chiosato il giapponese. Le prossime due tappe diranno tanto sulle ambizioni della Ferrari nel campionato del mondo 2022.

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