Wolff appoggia la Ferrari: sentite le sue parole su Binotto

In Austria il boss Ferrari Binotto ha sostenuto che finché la matematica lo vorrà Leclerc e Sainz potranno lottare tra loro. Ecco il pensiero di Wolff.

Toto Wolff ha preso le difese di Mattia Binotto. Dal paddock di Spielberg il team principal della Ferrari aveva dichiarato che finché i suoi piloti saranno così vicini tra di loro, il muretto non favorirà né l’uno, né l’altro. Il che significa che entrambi saranno liberi di darsele di santa ragione in pista.

Toto Wolff (Ansa Foto)
Toto Wolff (Ansa Foto)

Un’affermazione, questa, poco apprezzata da Charles Leclerc il quale, al termine della mini-gara di sabato, aveva replicato di preferire un duello con la Red Bull piuttosto che con il proprio compagno Sainz, ma, come detto, al contrario celebrata dal manager della Mercedes.

Da avvocati del diavolo potremmo dire che l’endorsement è figlio dell’opportunismo in quanto un incidente tra le due Rosse può significare maggiori chance per la Stella di salire sul podio. In ogni caso l’austriaco ha appoggiato il coraggio della scuderia italiana di non tarpare le ali a nessuno dei suoi ragazzi non essendo ancora giunti nemmeno al giro di boa del campionato.

Wolff prende le parti di Binotto: perché la strategia è giusta

Per il responsabile delle Frecce d’Argento permettere ad entrambe le guide di esprimersi senza freni è utile per massimizzare sugli avversari. Tuttavia è ugualmente prassi venire criticati specialmente se da questa opzione scaturiscono incidenti che portano via punti all’equipe che prende tale strada.

Ci si trova sempre tra l’incudine e il martello“, ha sostenuto il 50enne dalla Stiria.

E sempre dall’autodromo austriaco lo stesso capo del capo del Cavallino aveva riferito qualcosa di simile a proposito dell’essere costantemente biasimati dai media.

In qualunque modo si agisce si sbaglia. Ricordo 20 anni fa su questo tracciato perché c’ero. A Barrichello venne chiesto di lasciar passare Schumacher e dalle tribune furono soltanto fischi. Sono frangenti delicati, ma tutti a fine corsa pensano di sapere come si sarebbero comportati in quella situazione“, il pensiero dell’italo-svizzero che riporta al “gli italiani sono tutti allenatori”.

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