F1, giochi sporchi in casa Red Bull? Ecco come stanno le cose

Per aiutare Verstappen la Red Bull avrebbe agito sottotraccia penalizzando Perez. Il capo degli ingegneri della scuderia austriaca nega tutto.

E’ partito tutto da un dubbio, una voce di corridoio, ovvero che in Red Bull, preoccupati per la competitività di Perez, si sarebbero ingegnati per fermarlo. D’altronde è storia vecchia. Per i top team, quelli che puntano al Mondiale piloti e costruttori, avere una line-up di alto livello può rappresentae un problema più che una risorsa. Questo perché al di là dei punti che si possono portare via a vicenda, due driver in grado di vincere innescano una rivalità interna e delle tensioni difficilmente gestibili.

Sergio Perez, Red Bull (Ansa Foto)
Sergio Perez, Red Bull (Ansa Foto)

Dunque, se a Milton Keynes si erano immaginati che con un banale rinnovo di contratto Sergio avrebbe diminuito le pretese, il successo di Monaco ha ribaltato la situazione. Il messicano avrebbe preteso pari opportunità iridate. Una strada non percorribile per i vertici della scuderia che, negli ultimi appuntamenti, avrebbero trovato un modo per togliersi dagli impicci. In pratica, lo sviluppo della monoposto sarebbe stato orientato soltanto verso le esigenze del campione in carica.

La Red Bull smentisce i favoritismi per Verstappen

Parlando alla stampa dal paddock di Spielberg, lo stesso Checo ha ammesso di non “sentire” più la macchina come nelle prime corse. Un passo indietro improvviso che lo ha lasciato perplesso e con diversi punti interrogativi.

Sollecitato su questo punto il capo degli ingegneri dell’equipe di Dietrich Mateschitz Paul Monaghan ha rifiutato qualsiasi ipotesi di ritocco al veicolo per renderlo meno adatto alle caratteristiche del driver di Guadalajara.

Non è facile rendere queste vetture più veloci. Dunque, se si riesce a farlo rispettando i limiti imposti dal regolamento non ci si può sottrarre. Evidentemente gli strumenti evoluti al momento sono più vicini allo stile di Max. E’ questione di assetto, non di parametri“, ha argomentato sostenendo che il messicano non è costretto ad adottare quel set-up.

Sarebbe stupido da parte nostra non dare a Perez l’opportunità di tirare fuori il massimo dalla vettura. Siamo in lizza per i due titoli e necessitiamo di arrivare davanti a Ferrari e Mercedes. Ciò significa che è nel nostro interesse che vadano bene entrambi“, ha concluso annacquando l’indiscrezione sibillina.

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