Bagnaia e Ducati, addio al mondiale: ora però bisogna ripartire

In Germania si è interrotto il sogno iridato di Bagnaia e della Ducati. E’ il momento di capire cosa è accaduto ma anche di provare a tornare a sognare.

A metà campionato, con il GP di Germania in pugno, Fabio Quartararo può dirsi già con una buona fetta di titolo in mano. Il francese dunque è vicinissimo al bis iridato, nonostante alla vigilia di questo campionato non fosse proprio il favorito numero uno. Già perché visto l’andamento della seconda parte del 2021, tutto faceva presupporre che chi partiva dalla pole per il Mondiale non era il numero 20 del team Yamaha ufficiale ma Pecco Bagnaia.

Pecco Bagnaia (ANSA)
Pecco Bagnaia (ANSA)

Il pilota Ducati, che aveva recuperato un grande gap da metà stagione in poi, sembrava aver trovato già un ottimo feeling con la GP22 durante i test invernali. E questo faceva ben sperare per il campionato. Ma già alla prima gara in Qatar qualcosa è andato storto. E da quel momento in poi, niente è andato come previsto. Solo due vittorie, ma soprattutto tre ritiri nelle ultime quattro gare. E con 91 punti di distacco da Quartararo, per Bagnaia può già dirsi finito il sogno iridato.

Ducati e Bagnaia, fine di un sogno?

Dopo quanto accaduto al Sachsenring, con la scivolata al quarto giro del pilota italiano, è partita la caccia al colpevole, di chi è il maggior responsabile di questo momento nero della Rossa di Borgo Panigale: il team o il pilota? Di solito la verità sta nel mezzo, e anche stavolta è così.

Ma il quadro della situazione in casa Ducati lo ha mostrato proprio Bagnaia nel post-gara: la rabbia dopo essere rientrato ai box, la fuga e poi il ritorno, certificato davanti alle telecamere per continuare a vedere quella gara che poteva essere sua, lo sguardo che racchiudeva non solo l’ira per quanto accaduto ma anche il senso di frustrazione per una situazione che non ci si aspettava potesse essere questa a metà stagione. I piani erano ben altri, i sogni erano decisamente diversi. Ma si sa, è difficile che vada sempre nel senso voluto.

La GP22 è nata bene, sì, ha da subito mostrato un grande potenziale, ma non è mai uscito al 100%, se non in poche occasioni. C’è sempre stato qualcosa che non ha permesso alla moto di esprimersi al 100%. Vuoi dei problemi di gestione delle gomme, che hanno portato a cadute inspiegabili, vuoi anche a troppi esperimenti effettuati nella prima parte di stagione per cercare di andare avanti ,quando forse serviva solo comprendere meglio quanto c’era sotto le proprie mani e sfruttarlo pienamente, prima di evolvere una moto comunque altamente competitiva. E poi sì, gli errori di un pilota, Pecco Bagnaia, che si è dimostrato umano, come tutti, non esente da colpe ma, come hanno detto dal team, non da crocifiggere per una situazione che è sì ormai compromessa ma per una serie di circostanze che abbiamo poc’anzi raccontato.

E ora? C’è da riflettere sul perché ormai da anni si fa la moto più forte ma non la si riesce a portare lì dove merita, alla conquista di un Mondiale piloti che ormai manca dal 2007, un’eternità. Servirà un bel reset veloce, per ripartire e ricominciare a sognare tutto, con la dovuta leggerezza ma anche con la professionalità di sempre. Ma senza troppe pressioni, perché forse anche quelle hanno giocato un brutto scherzo. Ora per Bagnaia e Ducati c’è da ricominciare, senza condanne, ma con una voglia importante. Perché magari il Mondiale sarà pure andato, ma l’orgoglio no. Ed è il momento di tirarlo fuori.

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