Mercedes e quell’assonanza con la Ferrari: brusco risveglio a Monaco

Dopo la grande prova di Barcellona, la Mercedes nel Principato è tornata alla normalità. E forse c’è chi sulla scuderia anglo-tedesca ci ha visto lungo.

Al Montmelò in tanti hanno detto “La Mercedes è tornata”. A partire dai protagonisti stessi, con il team principal Toto Wolff che dopo il podio di George Russell e il quarto posto in rimonta dall’ultima posizione di Lewis Hamilton si è talmente esaltato da dire che da Barcellona era partita la rincorsa del team verso i posti che più gli competono. A Barcellona si è davvero vissuto un momento di grande euforia, perché dopo i primi sprazzi avuti a Miami c’era voglia che la scuderia anglo-tedesca si dimostrasse di nuovo competitiva, per andare a rompere il duopolio Ferrari-Red Bull.

Lewis Hamilton a Montecarlo (ANSA)
Lewis Hamilton a Montecarlo (ANSA)

Le novità portate in Spagna avevano funzionato bene e sembravano finalmente aver tracciato la giusta via da seguire in casa Mercedes. Un vero sollievo, visto che nei primi appuntamenti iridati quello che era emerso era uno stato di confusione sotto l’aspetto tecnico, tanto che non nascondevano nella squadra il fatto che non si sapeva che direzione prendere per migliorare la monoposto. Ma a Barcellona, per la prima volta, si è vista una macchina finalmente competitiva, anche se non ancora a livello dei top.

Mercedes, i motivi di un entusiasmo esagerato

La verità però è che forse l’unico che ci aveva visto bene in tutto questo era, fa strano a dirlo, Mattia Binotto. Nonostante anche la Rossa non viva un momento particolarmente fortunato, con la lucidità che è decisamente lontana, il team principal della Ferrari ha quantomeno azzeccato una cosa: almeno per ora, la Mercedes è un fuoco di paglia. Non è davvero tornata, come in tanti si sono affrettati a dire. Ha solo fatto vedere qualcosa di buono, come è capitato in qualche occasione nel 2021 alla Ferrari. Che in realtà non ha mai lottato per il Mondiale, tutt’altro.

Infatti, a ben guardare, le prestazioni del GP di Spagna non devono far gridare al miracolo. Russell ha sì tenuto dietro Perez e Hamilton, ma una volta superato ha preso paga come sempre. Se fosse rimasto poi in pista Leclerc, il gap sarebbe andato ben più oltre. Verstappen infatti, con i tanti allarmi a bordo della sua Red Bull, non ha spinto proprio al limite e questo ha limitato certamente il gap. Così come la prestazione di Carlos Sainz Jr è stata condizionata dall’uscita di pista, che ne ha danneggiato la vettura. Sicuramente è stata ottima la rimonta di Hamilton, ed è questo un punto da cui ripartire.

Ma a Monaco, di nuovo, la Mercedes è tornata a far vedere i limiti di sempre. Wolff dice che stavolta si è capito davvero dove si deve andare per riportare la W13 in avanti. Ma per ora la realtà dice che la scuderia non è in grado realmente di fare paura a Ferrari e Red Bull. A Baku vedremo se davvero dalle parole si passerà ai fatti. Ma il rischio è quello appunto di vedere ottime gare su alcuni tipi di circuito mentre in altro dovrà giocare sulla difensiva, proprio come accaduto alla Rossa lo scorso anno. Anche lì infatti dopo alcuni appuntamenti si pensò a un salto di qualità imminente, che in realtà non c’è mai veramente stato.

Insomma c’è davvero tanto da lavorare. In Mercedes i mezzi per tornare grandi ci sono, ma guai a fare il passo più lungo della gamba. Perché il rischio è solo quello di farsi male.

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