F1, Ecclestone fa a pezzi Liberty Media: offese pesantissime agli americani

Bernie Ecclestone, ex boss della F1, ha preso nuovamente di mira le decisioni gestionali di Liberty Media. Ecco cosa ha dichiarato l’inglese dopo lo show del GP di Miami.

Se avete iniziato a seguire la Formula 1 da qualche decennio avrete bene in mente la figura di Bernie Ecclestone. Mr.B è un uomo irriverente e determinato che ha creato un impero, stravolgendo i canoni della F1 e rendendola famosa in tutti gli angoli del mondo. Un business man inglese che giudica lo show business americano starete pensando. Eh si, i presupposti non sono dei più sereni.

Bernie Ecclestone (Ansa Foto)
Bernie Ecclestone (Ansa Foto)

Bernie Ecclestone, nonostante abbia ceduto tutto a Liberty Media, continua a sentirsi il padrone della locomotiva. Nelle sue dichiarazioni tratta la F1 come un suo prodotto, dato che ha avuto un ruolo chiave per tanti decenni. Da giovane iniziò a guidare auto da corsa, proprio con il sogno di partecipare ad una gara di F1. Non riuscì neanche a qualificarsi per un GP e pensò, giustamente, di passare dall’altro lato della barricata. Da venditore di automobili affinò le sue tecniche relazionali e iniziò a curare gli interessi di diversi giovani dalle belle speranze, come Jochen Rindt, campione del mondo nel 1970.

Ecclestone riuscì a mettere le mani sul team Brabham. Al comando della squadra strappò contratti importanti con sponsor celebri e strinse degli accordi con i team inglesi McLaren, Williams, Tyrrell, Lotus, March, creando la FOCA. Pian piano il manager riuscì a diventare il padrone dell’intero carrozzone, rendendo la F1 ancora più conosciuta a livello planetario, grazie alla vendita dei diritti televisivi.

L’amministrazione, l’allestimento e la logistica di ogni GP di Formula 1 sono stati in mano al potente uomo d’affari inglese sino al 2016. Giunto all’età 86 anni Ecclestone decise di vendere la F1 agli americani per otto miliardi di dollari. Un passaggio di testimone epocale che ha visto la categoria regina del Motorsport andare in una direzione diversa rispetto a quella a cui erano abituati i fan.

F1, la critica di Bernie Ecclestone agli americani

La nuova proprietà ha scelto di introdurre un calendario dilatato con tanti nuovi GP, per lo più tracciati cittadini. Jeddah, Miami, Las Vegas rischiano di far sparire dalla circolazione piste storiche europee. Per di più Liberty Media ha lanciato il format delle Sprint Race per ravvivare ancora di più i weekend di gara. Tra i fautori delle gare sprint ritroviamo Stefano Domenicali, CEO della F1 al posto di Chase Carey, che ha spinto per l’innovazione.

Il Gran Premio di Miami ha rappresentato la ciliegina di uno spettacolo artefatto dove la cornice circostante ha quasi distolto l’attenzione dalle azioni in pista. Ci hanno poi pensato Ferrari e Red Bull Racing a ristabilire il focus sulla corsa con una battaglia accesissima. L’ex presidente della FOM dal 1981 al 2014 non è rimasto particolarmente entusiasta dello show creato dagli americani. Uno spettacolo molto distante rispetto a quello voluto da Ecclestone negli anni d’oro della categoria regina del Motorsport.

Alla fine si riduce sempre ad una questione di numeri e questi parlano a favore di Liberty Media con un boom di ascolti e di presenze straordinarie. La nuova era della F1 piace e l’innovazione delle wing car ha risvegliato l’interesse sopito di tanti giovani. Nelle prime tappe del 2022 i biglietti sono finiti nel giro di poche ore. La popolarità dei piloti è alle stelle e Netflix ha dato una sterzata decisiva negli States.

Da spettatore esterno Bernie Ecclestone ha aspramente criticato la gestione della F1 in puro “American Style”. L’inglese ha dichiarato a Bloomberg che “tante cose stupide arrivano dall’America e tutti ne sono felici. Non era il modo in cui io gestivo le cose”. Purtroppo o per fortuna i tempi cambiano e anche le persone sono costrette a cambiare. C’è chi rimarrà sempre fedele a se stesso ed Ecclestone non cambierà mai la sua personale visione di F1.

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