MotoGP, Ducati illegale? La reazione di Bagnaia è da brividi

Pecco Bagnaia, al suo secondo anno in sella alla Desmosedici ufficiale, si è posto grandi obiettivi per la tappa in Francia. Il ducatista è pronto al bis e ha difeso la Ducati.

La terza tappa europea della stagione si terrà domenica 15 maggio a Le Mans in Francia. Il circuito della MotoGP è ricavato in parte dall’iconico Circuit de la Sarthe, teatro della 24 Ore di Le Mans. La pista è intitolata ad Ettore Bugatti, fondatore dell’omonima casa automobilistica. Il tracciato misura 4.185 metri (la terza pista più corta del Mondiale) e presenta 14 curve: 5 a sinistra e 9 a destra.

Pecco Bagnaia (Ansa Foto)
Pecco Bagnaia (Ansa Foto)

I centauri italiani hanno scritto pagine indelebili del Motorsport in terra francese. Il più vincente è stato Giacomo Agostini con 7 successi in Francia. A Le Mans la MotoGP corre dal 2000 e ha registrato le vittorie di Max Biaggi nel 2001, Valentino Rossi (2002, 2005 e 2008), Marco Melandri (2006) e Danilo Petrucci (2020) dopo 12 anni di attesa. Un segnale importante per Bagnaia e Bastianini alla vigilia di un weekend fondamentale per scalare posizioni. Pecco è quinto in classifica piloti, a 33 punti dalla vetta occupata dal campione del mondo Fabio Quartararo. Un distacco, assolutamente, colmabile con ancora 15 GP da disputare.

Martin, Miller e Zarco avranno il dente avvelenato dopo gli ultimi risultati altalenanti. Lo scorso anno vinse il pilota australiano davanti a Johann Zarco e Fabio Quartararo. Bagnaia recuperò dalla sedicesima alla quarta posizione, finendo ai piedi del podio. In MotoGP la squadra che ha collezionato più vittorie a Le Mans è stata la Honda con nove successi, davanti a Yamaha con otto trionfi e Ducati con i due acuti di Petrucci e Miller. La Suzuki ha conquistato un successo nel 2007 Chris Vermeulen. La Desmosedici ha vinto le ultime due edizioni della corsa, dimostrandosi perfetta per il layout francese.

Le parole di pecco Bagnaia

In conferenza stampa il torinese ha dichiarato: “Sarebbe bello riuscire a ripetere la tendenza dell’anno scorso dopo la mia prima vittoria, però quest’anno è diverso. Vedremo questo weekend, l’anno scorso non ero competitivo sull’asciutto. Dovrebbe essere asciutto, mentre domenica però potrebbe ricominciare a piovere. Questa pista mi piace ed è dove ho ottenuto il mio primo podio e adoro questo posto, però vedremo questo weekend. Sono sicuro che la Yamaha come sempre sarà molto competitiva qui e anche Johann Zarco qui era molto competitivo l’anno scorso e anche Jack Miller è sempre molto bravo su questa pista, quindi vedremo cosa accadrà”.

Il ducatista ha aggiunto: “In Indonesia la situazione era strana per me, normalmente sul bagnato siamo veloci e forti ma lì ero molto lento, non avevo feeling con la moto. A Mandalika era stato un po’ strano, però a Portimao sul bagnato eravamo competenti, malgrado due long lap che mi avevano fatto perdere tanto terreno, ma ogni anno è diverso e quest’anno dovremmo comprendere meglio un po’ tutto ed è difficile fare previsioni adesso. E’ più facile prevedere il weekend dopo le prime due sessioni di prove”.

Sulla questione delle pressioni sulle mescole, Pecco ha dichiarato: “Credo che sia piuttosto chiaro che se imposti la pressione anche pensando che parti davanti hai la possibilità di non far salire troppo la pressione, mentre se stai dietro è sicuro che la pressione possa salire quindi è difficile prevedere in una pista come Jerez che era molto calda, non era semplice e si tratta di un lavoro difficile per il capo meccanico“.

In ogni caso ho letto che ero in una situazione di illegalità, ma questo significa che 18 piloti da inizio stagione erano illegali, ma nessuno di loro è stato penalizzato quindi parliamo del nulla. Se chiedi agli altri piloti che sono qui, sono sicuro che siano d’accordo con me su questo punto perché è molto difficile. Con la gomma posteriore è più semplice, mentre la gomma anteriore presenta molte più difficoltà. Il suggerimento della Michelin è un consiglio sulla pressione delle gomme, ma non è un obbligo né una imposizione ed è più critico, più difficile quando hai una pressione più alta rispetto a quella più bassa, c’è un maggior margine e a Jerez sono passato da 1,95 a 1,89, quindi non c’era un grosso cambiamento”.

Pecco è uscito dalla crisi uno step alla volta, dopo i problemi iniziali. “La mia mentalità era cercare di capire perché stavo soffrendo così tanto, la moto era cambiata un po’, ma se parliamo di decimi un piccolo cambiamento può già fare una grande differenza. I test della stagione sono iniziati su una pista dove non eravamo stati l’anno scorso quindi la situazione era piuttosto strana, lì io avevo buone sensazioni ma mi mancava comunque qualcosa. Ho cominciato a soffrire e faticare tanto a fermare la moto e riuscire a fare quello che facevo l’anno scorso”.

Il segreto della Ducati? “Non abbiamo mai smesso di lavorare e abbiamo cercato di comprendere come gestire la moto con le novità che c’erano e finalmente in Argentina siamo riusciti a compiere il primo progresso in termini delle mie sensazioni personali e poi ad Austin in gara non ero competitivo, ma in una situazione difficile sono riuscito a conquistare la quinta posizione e in un campionato come questo quando ha dei problemi e non sei veloce, il quinto posto è ottimo. A Portimao, chiaramente, stavo ritrovando il feeling, malgrado l’infortunio a Jerez abbiamo fatto l’ultimo passo che ci mancava con la mia moto. E’ vero che ho dovuto cambiare un pochino lo stile di guida, ma in ogni caso alla fine ho ritrovato il feeling e lavorando come abbiamo fatto a Jerez, sessione dopo sessione, ciò mi ha permesso di trovare addirittura più feeling rispetto allo scorso anno perché rispetto al 2021 ero più competitivo”.

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