Hamilton risponde all’attacco di Marko: che bordata

Si infiamma di nuovo la rivalità tra Red Bull e Mercedes, questa volta con un botta e risposta tra il talent scout Marko ed Hamilton.

Nei giorni scorsi Helmut Marko aveva fatto discutere per alcune dichiarazioni severe nei confronti di Hamilton. Nella fattispecie, per l’austriaco che detta le sorti dei piloti di scuola Red Bull, il sette volte iridato avrebbe dovuto lasciare la F1 dopo la sconfitta rimediata lo scorso anno ad Abu Dhabi ad opera del “suo” Verstappen.

Lewis Hamilton (ANSA)
Lewis Hamilton (ANSA)

In poche parole per il cacciatore di talenti Lewis sarebbe al capolinea e non avrebbe più nulla da dare. Ecco perché, nelle prime quattro gare del mondiale 2022 avrebbe faticato anche nel confronto diretto con il compagno d box Russell. Non certo un commento lusinghiero o al mieli il suo, che ovviamente il britannico non ha apprezzato.

Hamilton replica al consiglio di Marko

Cercando di non mostrarsi offeso, il #44 ha definito le “affermazioni poco rispettose” del manager avversario come uno sprone a fare del suo meglio. Va detto che la stoccata del 78enne era arrivata dopo il tredicesimo posto raccolto dall’asso di Stevenage a Imola. Un risultato mediocre che lo ha fatto sprofondare in classifica dove ha già accumulato un divario del leader Leclerc di 56 punti.

Non è da escludere che la punzecchiatura sia stata voluta per mettere ancora più in difficoltà a livello psiologico il corridore della Mercedes. Lui però dal canto suo, ha preferito rispondere in maniera elegante seppur piccata, sostenendo che la gente è sempre pronta a salire sul carro del vincitore.

La vita è così, ma voglio prenderla positivamente per tornare più forte. Anche 10 gran premi negativi non mi fermeranno dal fare ciò che amo. Gareggio da 29 anni e ho passato momenti più complessi di questo riuscendo sempre a recuperare. Non è come si cade, ma come ci si rialza che conta“, ha asserito con approccio filosofico alle immancabili critiche, ai dubbi sul suo dominio per alcuni merito perlopiù  della macchina che guidava.

Nulla di ciò che viene detto o fatto può intralciare il mio percorso“, ha poi concluso, sfoggiando determinazione e sicurezza, forse solo di facciata per non darla vinta ai detrattori, specialmente se provengono dal team di Milton Keynes.

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