Marko lancia una stoccata ad Hamilton, ma c’è chi lo difende

L’avvio stentato di mondiale da parte di Hamilton, ha prestato il fianco ai suoi detrattori e non manca neppure il commento severo del talent scout Red Bull.

Dopo quattro GP con molte ombre e poche luci, Lewis Hamilton occupa la settima posizione della classifica generale con 28 punti contro gli 86 di Leclerc. Un risultato a dir poco deludente che lo escluderà, quasi sicuramente, dalla lotta per il titolo. A pesare sul suo morale e orgoglio, anche il confronto impietoso con il compagno di squadra Russell. Quarto con 49 lunghezze, l’ex Williams ha dato prova di essere più scattante, reattivo alle criticità proposte dalla W13, e per questo maggiormente in grado di estrarne il massimo.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Lewis Hamilton (Ansa Foto)

L’ultima gara andata in scena, ovvero quella di Imola, ha proposto più che altrove una cartina di tornasole dello stato attuale della Mercedes. George è giunto appena alle spalle del podio, probabilmente grazie al plus dato dalla sua fame di affermazione, mentre il #44 non è andato oltre il tredicesimo posto.

Una débâcle clamorosa, la sua, che sta facendo rivivere ciò che accadde in Red Bull all’epoca della convivenza Vettel – Ricciardo, quando Daniel, più giovane e motivato, aveva messo in forte difficoltà il blasonato team-mate.  Quelli, per il tedesco, sarebbero stati i primi metri verso il viale del tramonto, nonché l’incipit della questione relativa alle sue reali abilità di guida.

In pratica, Sebastian dominava soltanto per merito della sua macchina? Oggi per Ham la domanda è la medesima.

Helmut Marko non perdona: severo il suo giudizio su Hamilton

Analizzando le potenzialità del Baronetto,  il cacciatore di talenti del gruppo energetico, lo ha addirittura retrocesso fuori dalla top 3. Per il manager austriaco, chi potrà avere voce in capitolo in questa stagione, saranno soltanto Charles, il suo Max Verstappen e Lando Norris.

Il portacolori della McLaren è stato protagonista di una corsa solida al Santerno e proprio questa sua performance, che contrasta con una monoposto tutt’altro che perfetta, ha fatto impennare le sue quotazioni. “E’ l’unico a potersela giocare, peccato che no abbia la macchina“, ha affermato ad Auto Motor und Sport.

E per quanto riguarda il #44 il commento è impietoso: “Dopo la sconfitta dello scorso anno avrebbe dovuto lasciare la F1“.

A difesa dell’asso di Stevenage è intervenuto l’ex driver John Watson, il quale ha bollato le aspre parole del muretto di Milton Keynes, come semplice, eccessiva e un po’ controproducente, strategia per indebolire psicologicamente la Stella e lo stesso sette volte iridato.

Pure per Johnny Herbert quella del 78enne di Graz è stata una critica senza senso, e tuttavia in linea con il suo modo di esternare pubblicamente per pungere i rivali.  “Il duello del 2021 si è protratto fino all’ultimo e si è concluso in maniera sbagliata, anche perché chi aveva dominato negli eventi finali era stato proprio Hamilton“, ha argomentato il britannico.

Già dal round di Miami le Frecce d’Argento dovrebbero godere di aggiornamenti per ridurre il proposinig che ne sta rovinando la risposta in pista. Di conseguenza per il 37enne la Florida potrebbe rivelarsi l’inizio di una fase meno turbolenta del mondiale.

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