F1, Lewis Hamilton si lamenta: ecco cosa non gli va giù

Il pilota della Mercedes, Lewis Hamilton, continua il suo periodo no e si è lamentato nel corso dell’intero weekend della sua W13. L’anglocaraibico si è dovuto accontentare alla fine del quarto posto.

Lewis Hamilton è in crisi ed è inutile fare giri di parole. La Mercedes è un’auto non all’altezza del talento della coppia inglese, ma George Russell, al suo primo anno a Brackley, ha dimostrato di poter sfidare alla pari il sette volte campione del mondo. La classifica piloti riflette la crescita del giovane George e la flessione di Lewis. Russell è secondo in classifica piloti, alle spalle di Charles Leclerc.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Lewis Hamilton (Ansa Foto)

Nei primi due Gran Premi l’ex pilota della Williams aveva colto un quarto e quinto posto, massimizzando al massimo le poche occasioni avute. Lewis è partito col botto in Bahrain con il terzo posto alle spalle dei ferraristi, ma nelle successive gare si è un po’ plafonato, non riuscendo ad alzare l’asticella. L’auto ha dei limiti, ma da un talento come Lewis ci si aspetta sempre il massimo. In Australia Lewis Hamilton è finito ancora giù dal podio, nonostante una buona partenza e i ritiri di Carlos Sainz e Max Verstappen.

A distanza siderale dal leader Charles Leclerc, Lewis Hamilton ha terminato a Melbourne alle spalle sia del secondo pilota Red Bull, Sergio Perez, che del compagno di squadra George Russell. Quest’ultimo è stato anche un pizzico fortunato, ma i numeri gli danno ragione. Il quinto posto in classifica piloti di Lewis non è in linea con le aspettative iniziali e nemmeno con l’occasione presentatagli in Australia. Il sette volte campione del mondo, in settimana, ha scritto un messaggio molto toccante su IG sul suo stato d’animo e sulla situazione che coinvolge milioni di persone che stanno affrontando momenti difficili sul piano mentale.

F1, i problemi di Lewis Hamilton

Un pilota che ha vinto 103 gare e 103 pole position non può trovare soddisfacente lottare per un punticino come in Arabia Saudita o sudare sette camicie per un podio. Ma ora è il momento di cacciare gli artigli. Nell’era ibrida della F1 Lewis è stato abituato a gestire situazioni di grande vantaggio. Quando gli è andata male, ha comunque avuto un’auto in grado di lottare per la vittoria del titolo, come lo scorso anno nel confronto con Max Verstappen.

Oggi le cose sono molto diverse. Al termine della deludente corsa in Australia il pilota inglese ha dichiarato: “Ho avuto problemi di surriscaldamento, ho dovuto alzare il piede e ho dovuto accontentarmi del quarto posto. Non abbiamo fatto un passo avanti, la macchina è la stessa delle ultime due gare, però è un grande risultato per noi, considerando che non abbiamo fatto alcun passo avanti, non ci sono stati aggiornamenti”.

La gara di LH44 è stata discreta in termini di passo, ma l’auto continua a soffrire dei continui saltellamenti dovuti al porpoising. L’auto ad effetto suolo, inoltre, non ha dato buone sensazioni al nativo di Stevenage che ha chiesto a gran voce uno sforzo ai tecnici per riportare la vettura della Stella a tre punte nella posizione che occupava da otto anni di fila. I campioni sono in ginocchio e il secondo posto in classifica costruttori è anche abbastanza bugiardo.

Sulle Mercedes erano montati dei sensori per cercare di scavare in fondo ai problemi del porpoising. “Abbiamo imparato tanto oggi e come ho detto avevo un paio di cose diverse sulla macchina e dobbiamo aspettare però speriamo di poterle interpretare meglio grazie ai dati che avremo oggi di poter migliorare per la prossima gare”. In attesa gli sviluppi l’anglocaraibico deve ingoiare l’ennesimo boccone amaro, ai piedi del podio e alle spalle anche del giovane teammate.

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