MotoGP, Marc Marquez ancora fermo ai box: la strategia della Honda

Il pilota della Honda, Marc Marquez, è afflitto dall’ennesimo caso di diplopia. Ecco cosa hanno intenzione di fare nelle prossime settimane.

La Honda sta attraversando l’ennesimo periodo di crisi senza il suo alfiere di punta. Marc Marquez è indispensabile per la casa alata nella classe regina per i risultati in pista e per indirizzare gli sviluppi futuri del mezzo. La moto è stata stravolta sul pianto tecnico, in inverno, per essere funzionale alle caratteristiche anche degli altri centauri del team giapponese. Dopo un’ottima prima gara la casa giapponese è tornata di nuovo nelle retrovie. In casa Honda non c’è nessuna intenzione di gettare la spugna.

Marc Marquez (Ansa Foto)
Marc Marquez (Ansa Foto)

In Qatar Pol Espargarò ha iniziato con il piede giusto con il terzo posto. Lo spagnolo ha anche comandato gran parte della gara, per poi cedere agli attacchi di Enea Bastianini e Brad Binder. In Indonesia lo spagnolo, invece, è arrivato dodicesimo. In Argentina la Honda è sprofondata in un baratro. Pol Espargarò è finito nella ghiaia in curva 2 a undici giri dalla conclusione della gara, mentre il sostituto di Marc Marquez, Stefan Bradl, ha chiuso diciannovesimo. L’onore della casa giapponese l’ha salvato Takaaki Nakagami, tornato disponibile in extremis in Argentina, dopo il tampone negativo al Covid, giunto dodicesimo al traguardo.

Marc Marquez ha concluso la sua prima e, fin qui, unica gara della stagione al quinto posto. Lo spagnolo era sembrato non a suo agio sul tracciato del Qatar, ma quest’ultimo non era mai stato uno dei suoi feudi preferiti. In Indonesia, nel warm up, l’otto volte campione del mondo si è procurato una brutta caduta. Il campione si era ripreso a fatica quest’inverno dopo un crash sulla moto da cross. A seguito del trionfo di Misano 2021, MM93 si è allenato sullo sterrato ed ha battuto la testa, disarcionato dalla moto. Dopo qualche giorno lui stesso ha dichiarato che era riemersa la diplopia.

Il calvario di Marc Marquez

La caduta sullo sterrato ha riaperto una problematica che sembrava oramai chiusa da dieci anni. Il Cabroncito ha iniziato a soffrire di visione doppia in occasione della penultima tappa del mondiale 2011 di Moto2 in Malesia. Un clamoroso tonfo nelle prove libere gli causò il danno alla vista. Il pilota fu costretto a saltare il round sul tracciato di Sepang e la tappa finale a Valencia. Il catalano perse l’occasione di vincere il titolo al primo anno nella classe di mezzo.

Ora la situazione sembra essere tornata quella di un tempo. La Honda è costretta a rinunciare al suo uomo di punta, ma nel team c’è attesa per riavere in pista il miglior Marquez. Il controllo medico nelle prossime ore chiarirà se lo spagnolo sarà in pista ad Austin per la quarta tappa del campionato di MotoGP. Il direttore di Repsol Honda, Alberto Puig, ha risposto, in esclusiva ad un giornalista di Marca, alle principali questioni che ruotano intorno allo spagnolo.

Dobbiamo chiarire un po’ la situazione – ha esordito Puig – se guardiamo da vicino le cadute sono state brutali, ma era caduto molte volte prima e non gli è successo niente. Ha avuto questo incidente l’anno scorso, ma non gli era successo niente dal 2011, non possiamo pensare che ogni volta che Marc cade avrà questo problema. Quello che succede è che le cadute di Mandalika sono state brutali, l’ultima in particolare, è stata orribile. Abbiamo corso tutti, siamo caduti e quella è stata una brutta caduta”.

In Honda c’è grande preoccupazione al momento. “Logicamente siamo preoccupati perché in Qatar siamo partiti bene, poi è successo questo e lui non può essere qui. Ma il campionato è lungo e non posso mettermi in una modalità negativa e pensare che non possiamo fare bene. Preoccupato sì, per lui, ma dobbiamo andare avanti. Honda e Marc hanno come unico obiettivo il campionato”. Cambiare non è per Puig una soluzione perché “dopo tutto quello che ha passato Marc non ho visto nessun pilota che fa quello che fa. Quando un pilota ha paura è finita e Marc non l’ha mai avuta, né con le cadute che ha subito né con gli infortuni che ha avuto”.

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