La McLaren porta l’America in F1: pronte due sorprese

Complice un CEO americano e un solido legame con la IndyCar, la McLaren sarebbe decisa a portare in F1 un po’ Stati Uniti.

Per adesso si tratta soltanto di un test per debuttanti, ma essendoci Zak Brown di mezzo è quanto mai probabile che diventi qualcosa di più concreto. Dal suo approdo ai vertici della McLaren, il dirigente californiano ha dato prova non solo di saper ribaltare le sorti di una scuderia in crisi, ma anche di mettere in atto progetti come quello che ha portato nelle gare americane Fernando Alonso, o quello che ha consentito a Daniel Ricciardo di guidare la NASCAR di Dale Earnhard come premio per il successo ottenuto a Monza nel 2021.

Lando Norris (McLaren Twitter)
Lando Norris (McLaren Twitter)

Dunque non è da escludere che possa essere proprio lui a riportare nel Circus un pilota statunitense dopo la breve parentesi di Alexander Rossi con la Caterham e la Marussia.

Ecco chi scenderà in pista con la McLaren F1

Secondo il regolamento del 2022 ogni scuderia impegnata nel Circus dovrà dare spazio ai talenti emergenti nella prima sessione di libere del venerdì e per questo la squadra di Woking si è messa alla caccia di qualcuno di interessante da far esordire. E i nomi emersi sono principalmente due:il messicano Pato O’Ward, schierato dallo stesso Brown alla McLaren Arrow in IndyCar e il californiano Colton Herta, già nelle mire di Michael Andretti qualora dovesse riuscire a schierare una sua equipe nel 2024.

Come confermato dal manager, prima di decidere a chi far disputare le FP1 verrà effettuata una verifica generale delle abilità dei candidati trattandosi di monoposto radicalmente diverse da quelle utilizzate negli USA.

Quando qualcuno arriva in F1 lo fa per ciò che riesce a dimostrare al volante di quella macchina ed è questo il motivo per il quale abbiamo bisogno di un programma di test. Non si deve tenere conto delle vittorie conquistate in altre serie, bensì è necessario paragonare il lavoro svolto con quello della line-up ufficiale“, ha spiegato il 50enne, assolutamente determinato a portare in Europa almeno un pilota del Nuovo Continente, ma ugualmente convinto che i risultati firmati in una categoria possano non ripetersi in un’altra.

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