Crutchlow vuota il sacco: ecco perché ha lasciato la MotoGP

Crutchlow torna a parlare del motivo che lo ha spinto al ritiro dalla MotoGP e del suo ruolo da tester con Yamaha.

Cal Crutchlow è un pilota che merita grande rispetto. Ha fatto molto bene nella sua esperienza in MotoGP, dimostrando di poterci stare in un campionato così importante dopo gli anni trascorsi tra Supersport e Superbike. Ha corso a buoni livelli quando è approdato in top class: il suo bottino è di tre vittorie e diciannove podi totali in 173 gare.

Cal Crutchlow
Cal Crutchlow (Foto Getty Images)

Il rider di Coventry avrebbe anche potuto ottenere qualche risultato migliore se non fosse incappato in qualche ritiro di troppo. Dopo tre anni con il team satellite Tech3 Yamaha e una stagione passata con la squadra ufficiale Ducati, per sei anni è stato il riferimento del team LCR Honda di Lucio Cecchinello. A fine 2020 il ritiro, per poi firmare con Yamaha come tester MotoGP. Nel 2021 è anche tornato a disputare delle gare da sostituto, però la sua idea rimane quella di fare solo il collaudatore. E lo sarà anche nel 2022, sempre per la casa di Iwata.

MotoGP, Ducati cambia data: posticipata la presentazione del team

MotoGP, Crutchlow

Crutchlow in un’interessante intervista concessa al podcast Geraint Thomas Cycling Club ha parlato dei punti di forza dei piloti e ha menzionato anche Marc Marquez: “Tutti hanno punti forti diversi in differenti aree. Ad esempio, seguendo Marquez sapevo che avrebbe frenato più tardi di quanto avrei fatto io e che stava un po’ più in mezzo alla curva rispetto a me. Devi darti del margine di manovra per non ritrovarti dietro di lui”.

Il 36enne britannico è tornato anche sulla sua decisione di ritirarsi dalla MotoGP: “Dopo dieci anni in MotoGP, probabilmente venti di corse a tempo pieno, ero stufo di correre e viaggiare per il mondo con tutto lo stress che ne deriva quando sei fuori pista”.

Cal è soddisfatto di fare il tester Yamaha, perché gli permette di salire in moto con meno stress e con un calendario di impegni molto snello: “Amo ancora guidare le moto, quindi guido ancora attivamente una MotoGP e sono collaudatore ufficiale Yamaha. Mi piace, non devo competere”.

Nel 2021 ha dovuto tornare a gareggiare in quattro gran premi (Stiria, Austria, Silverstone e Aragon) e non è riuscito a prendere alcun punto. Non fare corse per dei mesi e lavorare come tester è completamente diverso. Sia mentalmente che fisicamente il suo approccio allo scorso anno è stato differente che in passato, pertanto non era affatto facile tornare in gara. Tra l’altro, le prime due le ha corse con la Yamaha M1 2019 del team Petronas SRT e dunque aveva pure un gap tecnico.

Impostazioni privacy