Il pensiero del comico: “Con Rossi si chiude un’era mitologica”

Il ritiro dalla MotoGP di Valentino Rossi ha colpito il paddock e il mondo dello sport, ma non solo. In tanti già lo rimpiangono.

Valentino Rossi (Getty Images)
Valentino Rossi (Getty Images)

Dal 2022 Valentino Rossi correrà nelle auto. Nello specifico nel GT World Challenge Europe con l’Audi preparata dalla scuderia WRT. Sebbene non abbia optato per un vero e proprio pensionamento, il pensiero di non vederlo più al via di una gara di MotoGP sta facendo ancora piangere molti.

In Italia soltanto lo Schumacher della Ferrari o Marco Pantani nel ciclismo hanno saputo suscitare tanto clamore, affetto e seguito.

La decisione del Dottore di ritirarsi dalle competizioni a due ruote per passare alle quattro, ha suscitato sensazioni ed emozioni. Tra i fan tristi per lo stappo che si è consumato, ma ugualmente consapevole che prima o poi sarebbe dovuto accadere, il noto comico di Zelig Paolo Cevoli.

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Ci sarà sempre un prima e un dopo Valentino Rossi

E’ finita un’epoca mitologica“, ha affermato l’attore a La Gazzetta dello Sport. “Vale è entrato nella leggenda, come Achille o Ulisse. Ci ha regalato tantissimo!“.

E se per alcuni questo addio è arrivato troppo tardi, per il 63enne c’è soltanto la comprensione per un professionista appassionato del suo lavoro che non se la sente di dire basta. “Si tratta di scelte personali difficilissime, specialmente per chi come lui è nato su una moto. Io lo capisco bene. Noi stessi desideriamo recitare fino all’ultimo giorno. Tirare le cuoia all’ultimo sipario. Sarebbe da fare, come nel tennis, una categoria senior, lui li batterebbe tutti. Anzi, lancio questa idea alla Federazione“.

Che la classe regina del motomondiale possa creare una categoria ad hoc per rider agé è quanto mai improbabile, di certo sono in tanti coloro che vorrebbero vedere  il #46 ancora in azione, non avendo eguali.

Non ci sarà mai un altro come lui“, ha aggiunto il riccionese. “Per tutto quello che ha fatto e per avere inventato un modo nuovo non solo di competere, ma altresì di comunicare e di presentarsi sia nei momenti belli, sia in quelli difficili. Magari è conseguenza dell’aver iniziato a gareggiare in un’era diversa. Comunque il suo spessore umano rimane unico“, ha concluso con convinzione.

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