Acosta, quel “no” alla MotoGP: ecco chi e cosa lo hanno spinto al rifiuto

Il campione della Moto3 Pedro Acosta torna sul rifiuto di andare nella classe regina e fare il doppio salto di categoria. E rivela anche chi lo ha consigliato.

Pedro Acosta (GettyImages)
Pedro Acosta (GettyImages)

E’ stata la grande sorpresa del 2021. A podio subito e vincitore alla seconda gara in assoluto in Moto3, Pedro Acosta ha avuto una stagione eccezionale che lo ha portato da rookie a laurearsi campione del mondo. E si candida ad essere uno dei protagonisti del Motomondiale nei prossimi anni, magari il nuovo Marc Marquez.

Acosta e il no al “doppio salto”

Un percorso così incredibile quello al suo primo anno in Moto3 che ha permesso ad Acosta di fare subito il balzo in Moto2. Anche se, a dire la verità, qualcuno ha spinto addirittura per farlo arrivare direttamente in MotoGP. E lo ha rivelato lo stesso Acosta in una intervista a The Race. Un’offerta che per molti era da non rifiutare, ma che il 17enne ha fatto per non bruciarsi subito e arrivare per gradi nel gotha del motociclismo mondiale.

“Avevo la possibilità di andare direttamente in MotoGP – ha ammesso – ma ho pensato che non dovevo essere in MotoGP al mio secondo anno nel Motomondiale. Il fatto è che ora ho 17 anni e devo imparare molto. Penso che la Moto2 mi aiuterà a fare meno errori, ad essere più concentrato, ad essere un po’ più professionale. Penso che sarà molto meglio venire in MotoGP tra qualche anno piuttosto che direttamente dalla Moto3″.

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La chiacchierata “illuminante” con Stoner

Acosta che poi, dopo aver rivelato il perché del no alla classe regina, ha svelato anche cosa realmente gli ha fatto capire di andare per grandi. Anzi, chi: “Stavo parlando con Casey Stoner e mi ha detto che l’importante non è vincere nelle classi minori, l’importante è andare preparati in MotoGP e provare a vincere lì. Penso che entrambe le categorie, Moto2 e Moto3, ti aiutino molto, ma la Moto2 ti insegna a gestire le gomme, a non sbagliare, a cercare di avere il tuo ritmo”.

E ha ribadito: “Questa è la migliore occasione e dobbiamo farlo. È stato bello quando un idolo di quando eri bambino viene da te. Mi sono sentito un dio quando Casey mi ha detto che era un mio fan! Stavo pensando ‘questo non può essere reale!’ È stato bello, abbiamo parlato molto e penso che le sue parole mi aiuteranno”.

Adesso però il futuro è la Moto2 e vuole stupire anche lì: “Ho creduto in Aki e nel suo team sin dal primo giorno in cui mi ha detto ‘ehi, vuoi venire in Moto2?’. KTM è stato il primo marchio che ha creduto in me, quando non avevo niente. Credevano in un ragazzo, e da allora ho sempre avuto questa frase in testa, ‘crediamo in te'”. Ed è con loro che vorrebbe fare poi il debutto in MotoGP, ma tempo al tempo: “Vedremo se possiamo fare come Brad Binder e andare al team ufficiale, ma in caso contrario possiamo andare in Tech3. Alla fine, entrambe le squadre sono nelle mani di KTM ed entrambe le squadre hanno lo stesso materiale. Dobbiamo parlare di questo, forse tra due anni, e vedremo cosa accadrà”.

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