Sophia Flörsch, pesante accusa: donne “spinte” fuori dal motorsport

La giovane pilota che corre nel DTM in una intervista lancia l’allarme che riguarda il futuro delle donne su due e quattro ruote.

Sophia Flörsch (foto di Boris Streubel/Getty Images for Laureus)
Sophia Flörsch (foto di Boris Streubel/Getty Images for Laureus)

Donne e motori. Un binomio che soprattutto in questi tempi sta diventando sempre più realtà. Sono tante le ragazze che si cimentano negli sport a due e quattro ruote, anche con ottimi risultati. Ma ancora non basta. Ne è convinta Sophia Flörsch, protagonista nel DTM ma reduce da una stagione incolore.

Flörsch e quella parità che ancora non c’è

Per lei non sono arrivati risultati degni di nota in questo 2021, ma la colpa è della sua Abt-Audi, che schierava al via una vettura addirittura del 2017, ben più anziana rispetto alla concorrenza. Ma nonostante questo non si è voluta lamentare dei problemi tecnici della sua auto. Anzi.

In una intervista alla Sport Bild, la Flörsch anzi ha voluto sottolineare come nel mondo dei motori le pari opportunità per le donne siano ancora utopia: “Tra i piloti non importa se sotto il casco c’è un uomo o una donna. Ma è ancora più difficile ottenere materiale equivalente e vincente. C’è ancora una mancanza di apprezzamento. E’ una questione di pari opportunità”.

Poi dalle colonne del Deutsche Welle ha lanciato un appello: “Le donne devono ricevere gli stessi finanziamenti degli uomini. Se ci sono sponsor, aziende, squadre che credono nelle donne, allora possiamo fare la storia. Non appena ci sarà una donna di successo in Formula 1, sarà incredibile”.

Ma è sempre più la generazione più anziana a non sopportare le donne nel mondo dei motori, ancor più in F1: “È la generazione che ha già i capelli bianchi in testa – ha detto la Flörsch -. Vengono da un altro tempo. C’è questa immagine di un pilota da corsa duro, e deve essere un uomo”.

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E’ tutta una questione di soldi: donne in difficoltà

Che sia il Dio denaro a farla da padrona negli sport motoristici lo si vede ogni giorno. Ma se di mezzo ci sono le donne, è ancora più difficile, come ha detto a Speedweek la regina della Dakar Jutta Kleinschmidt, che ha confermato le parole della collega: “Si è provato a fare qualcosa, ma è ancora molto poco“.

“La motivazione c’è, ma hai bisogno del supporto del settore per far andare avanti le cose -ha ribadito -. Fallisce tutto sempre a causa del denaro. Il problema è sempre trovare il budget e il supporto. E poi ci deve essere anche un posto dove guidare”. Anche se è vero che il mondo del motorsport è molto costoso: “Nella mia carriera mi sono fatta un nome sulla moto e così ho attirato gli sponsor e li ho convinti a pagarmi. Devi trovare i soldi, che non è così facile, altrimenti cadrai nel dimenticatoio”.

Anche Flörsch lo sa e per questo per la prossima stagione si sta guardando intorno. Ma per le donne questo è ancor più duro rispetto agli uomini: “Ho solo 20 anni e posso ancora credere nel mio obiettivo, ed è la Formula 1. Ma non sono nemmeno ingenua: hai bisogno di molta fortuna e un sacco di soldi e deve anche essere nel posto giusto al momento giusto. In definitiva, il budget è la soglia di ingresso più grande per tornare alle corse di formula. Hai assolutamente bisogno di una squadra di alto livello per essere in prima linea. Ma non ci sono abbastanza sponsor seri che credono in una donna veloce e che investono in lei. Il DTM e la gara di resistenza mi sembrano avere più senso in questo momento”.

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