Valentino Rossi, la confessione più privata: “Ho fatto tutto per un motivo”

Intervista a cuore aperto di Valentino Rossi dopo il ritiro dalla MotoGP: il Dottore parla della motivazione che ha spinto la sua carriera

Valentino Rossi
Valentino Rossi (Foto Petronas)

Tra le tante interviste, dichiarazioni, conferenze stampa che Valentino Rossi ha concesso in questi mesi che hanno portato al suo definitivo ritiro dalla MotoGP ce n’è una che è forse quella in cui ha aperto maggiormente il proprio cuore. Parlando non tanto di gare e di aspetti sportivi, ma della sua realtà più privata: del tempo che passa e delle motivazioni che lo hanno spinto a realizzare una carriera così lunga e straordinaria.

A trasmetterla è stata Mediaset, nel corso di un lungo speciale confezionato proprio per l’addio alle corse motociclistiche del Dottore. In cui il fenomeno di Tavullia spiega di sentirsi ormai avanti con gli anni per fare il centauro professionista, ma dentro di sé di avere ancora l’animo di un giovane.

Valentino Rossi è più il ragazzino dell’adulto, mi sento molto vicino a quando avevo 25 anni sotto tanti punti di vista, soprattutto come pilota”, spiega. “Però sarebbe triste non evolversi e non cambiare, è la vita di tutti. Però quarant’anni è una bella età da avere: è divertente, hai comunque un bello sprint però hai l’esperienza, sai come funziona. Per fare il pilota di MotoGP purtroppo sei vecchio, però per il resto va bene”.

Valentino Rossi: “Troppo vecchio, ma solo per la MotoGP”

La carta d’identità, alla fine, ha però il proprio peso dal punto di vista agonistico e nemmeno il nove volte iridato ha potuto evitare di inchinarsi, nonostante i tentativi: “Mi ritiro perché sono vecchio. A me sarebbe piaciuto continuare a correre qualche altro anno sinceramente. Però dipende molto dai risultati. Quest’anno ci ho provato, era una bella sfida. Cambiavo un po’ aria e pensavo e speravo di essere un po’ più competitivo. Ma vanno tutti molto forte. Se non ci sono risultati secondo me non vale la pena continuare, farò qualcos’altro”.

La sua longevità sportiva è stata comunque impressionante, per merito degli allenamenti intensivi a cui si è sempre sottoposto con grande costanza: “Ogni anno, per cercare di stare al top, ma anche per fare decimo a Misano quest’anno, mi sono fatto un c**o”, racconta Vale. “Mi sono allenato tantissimo cercando di rimanere concentrato, è un attimo dire basta, mancano tre gare… Quando sai che devi svegliarti e andare a correre dieci chilometri ti viene voglia di stare a casa e giocare con la PlayStation. O sederti a tavola a bere un bicchiere di vino, e questo lo patisci. Però ce l’ho fatta, non mi sento così stanco né mentalmente né fisicamente”.

Quando rischiò già di ritirarsi dalle corse

Stanco no, ma convinto di appendere il casco al chiodo sì. Valentino Rossi lo è oggi, ma ha rischiato di esserlo già undici anni prima, come svela in questa ammissione inedita: “Quest’intervista l’avrei potuta fare nel 2010”, confessa. “Avevo vinto già nove Mondiali ed è stata un’annata sciagurata per me, il vero stop tra la mia prima parte della carriera e la seconda. A parte che già fino al 2010 avevo avuto due carriere diverse: la prima quando da giovane sono arrivato in 500 e volevo battere quelli forti. Poi sono passati gli anni e ho anche vissuto il contrario, il grande vecchio che non vuole essere battuto dai giovani. Ma nel 2010 è stata un’annata veramente difficile perché mi sono fatto molto male alla spalla, poi mi sono rotto la gamba”.

In quell’annus horribilis sarebbe potuta cambiare la traiettoria del numero 46: “Lì avrei potuto dire basta, ho vinto tutto, non mi diverto più, vado via. Il problema è che io volevo continuare a correre perché mi divertivo: io l’ho sempre fatto per il gusto di guidare la moto, di andare alle gare, lavorare con la mia squadra. Però ci devono essere risultati, ti diverti se parti da casa sapendo che puoi lottare per arrivare nei primi cinque, fare un podio o vincere la gara. Quando manca quello diventa un po’ tutto fine a sé stesso, soprattutto dopo tanti anni”.

Una carriera animata solo dalla passione

Tanti anni animati da una sola spinta: quella della passione. “Secondo me dietro ad ogni sportivo ci sono motivazioni diverse”, spiega. “Qualcuno lo fa per dimostrare al babbo che aveva ragione lui, qualcuno per diventare ricco. Qualcuno per avere più successo nella vita, con le donne e fare una vita più bella. È qualcuno lo fa perché è appassionato, perché gli piace. Io l’ho sempre fatto per quello”.

E per questa stessa passione continuerà a respirare il mondo dei motori, anche se non più in MotoGP: “Non smetterò assolutamente di andare in moto e di essere un pilota, perché correrò in macchina”, ribadisce il pesarese. “Sono quello che decide gli allenamenti dell’Academy in moto e continuerò a far quello, mi allenerò coi nostri piloti sia con la R1 che con il cross e le moto piccole. Non smetterò, ma allenarmi con loro sarà sempre più difficile perché vanno sempre più forte e io andrò sempre più piano. Poi continueremo a girare al Ranch che è il nostro paradiso: rimarrò un pilota. Alla fine metti tutto te stesso in quello ed è quello che ti viene bene! Io sono sempre stato un pilota, da quando avevo tre anni. Mi hanno chiesto un sacco di volte cosa avrei fatto se non avessi guidato. Io non so cosa rispondere sinceramente, non so cosa mi potrebbe venire bene oltre a quello. Però sono passati tanti anni e questo rischio è passato, sono stato abbastanza veloce per fare il pilota e non andare a lavorare davvero, cioè svegliarmi tutte le mattine alle otto e andare in ufficio”.

E ora è in arrivo anche la prima figlia, con la sua ragazza Francesca Sofia Novello: “Da una parte mi dispiace di diventare babbo tardi, però è stata una scelta, nella mia testa non c’era lo spazio per fare tutto. Se volevo fare il pilota bene mi dovevo concentrare al 100%. Però mi dispiacerà un po’ che non mi avrà visto come pilota di moto, glielo dovrò spiegare! Sarà bello, ci saranno un sacco di immagini da farle vedere”.

Valentino Rossi
Valentino Rossi (Foto Petronas)

LEGGI ANCHE —> Quartararo, rinnovo incerto: “Ecco cosa ho chiesto a Yamaha”

Impostazioni privacy