Valentino Rossi, persino la sua moto gli scrive una lettera di addio

Persino la sua moto, la Yamaha M1, ha voluto scrivere una lettera d’addio (e d’amore) al suo campione sui social network

Valentino Rossi dopo l'ultima gara di MotoGP al Gran Premio di Valencia
Valentino Rossi dopo l’ultima gara di MotoGP al Gran Premio di Valencia (Foto Petronas)

Tifosi e giornalisti, amici e familiari, predecessori e avversari, colleghi e sportivi di altre discipline: tutti, ma proprio tutti, hanno voluto far sentire la loro voce in occasione del Gran Premio di Valencia, per salutare Valentino Rossi alla sua ultima gara in MotoGP.

Persino la sua moto, la Yamaha M1. Già: questa è stata la bizzarra, ma riuscitissima idea che la Casa dei Diapason ha organizzato per questo weekend. Una lettera di addio, ma anche di amore, firmata proprio dal mezzo che il Dottore ha guidato per la maggior parte della sua carriera e riportato sul tetto del mondo.

“Mi ricordo come se fosse ieri sabato 24 gennaio 2004”, inizia il testo, pubblicato sui social network e divenuto rapidamente virale. “Il nostro primo appuntamento in Malesia. Aspettavo da tanto tempo uno come te. Ero nervosa, ma per entrambi è stato amore a prima vista. Ho capito all’istante che la nostra relazione sarebbe stata davvero speciale. Abbiamo vissuto quell’indiscutibile colpo di fulmine, unico nella vita, e tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati insieme”.

Valentino Rossi e la Yamaha, i ricordi di un matrimonio

Cominciò tutto con quella vittoria all’esordio in Sudafrica, subito dopo il cambio di squadra dalla Honda: “Non dimenticherò mai come ci siamo fermati sull’erba di Welkom nel 2004. Solo noi due, ci siamo resi conto che io e te insieme stavamo bene e che quello era solo l’inizio. Abbiamo vinto insieme quattro titoli di MotoGP e cinquantasei gare. Abbiamo portato gioia a milioni di persone in giro per il mondo e creato ricordi che dureranno una vita. Abbiamo fatto la storia, perché abbiamo lavorato come una sola entità e abbiamo tirato fuori il meglio l’uno dall’altra”.

Un sodalizio entrato nella storia delle due ruote: “Tu mi hai resa di nuovo forte. Tu mi hai resa di nuovo rispettata. Tu mi hai resa di nuovo amata. Solo tu, Valentino, hai avuto il potere di farlo. E io mi sono fidata pienamente di te. Ti ho sostenuto con tutto il cuore. Ho combattuto tutte le battaglie con te. Solo io sono riuscita a rendere il motociclismo emozionante per te fino alla fine”.

Di pagine di leggenda, Valentino Rossi e la Yamaha M1 ne hanno scritte tante insieme: “Dal nostro primo bacio sull’erba di Welkom al nostro ultimo ballo a Valencia di quest’anno, abbiamo vissuto così tante avventure straordinarie. E poi ci sono stati quei viaggi speciali a Laguna Seca nel 2008 e in Catalogna nel 2009. Nessuno faceva delle mosse come noi a quel tempo, non è vero? E anche Assen nel 2009, quando ti aiutai a vincere la tua centesima gara: fu magico!”.

L’ultimo addio della moto al Dottore

Prosegue la lettera: “Ti ho trasportato per sedici anni della tua incredibile carriera. Ma anche tu mi hai portato, nel tuo cuore. Dal Mugello a Motegi, da Silverstone a Sepang, da Barcellona a Buriram, ci siamo sempre stati l’uno per l’altra. Io ho dato il massimo per te, come tu per me. La cosa di cui farò per sempre tesoro sono le nostre chiacchierate sulla griglia di partenza. Eravamo io e te contro il mondo. Io e te eravamo: ‘Corri o muori'”.

Fino all’addio alle corse del fenomeno di Tavullia: “Ma, purtroppo, anche le storie d’amore più belle hanno una fine. Valentino, tu fai parte di me. Parte della mia storia. Parte di chi sono oggi e di chi sarò per tanto tempo dopo che ci separeremo. La nostra è una connessione davvero speciale e mi mancherai più di quanto potrai mai sapere. Grazie, Valentino. Con amore, la tua M1“.

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