Bagnaia, ora tu (e la Ducati) siete i più forti: l’analisi del GP di Valencia

L’ultima gara della stagione ha confermato che la Ducati e Bagnaia è il duo più in palla. E per il 2022 si deve per forza partire davanti a tutti

Pecco Bagnaia a Valencia (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)
Pecco Bagnaia a Valencia (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Una gara di chiusura di questo 2021 di MotoGP importante, che ha dato già qualche indicazione anche in chiave 2022. Nel giorno dell’addio di Valentino Rossi, Valencia ha ribadito con forza alcuni concetti di questo finale di stagione.

Bagnaia il più forte, anche nel 2022?

La tripletta Ducati è il segno che la moto di Borgo Panigale è la più forte ora. E le altre, per raggiungerla, dovranno impegnarsi al meglio se vorranno quantomeno contrastarla in maniera seria. Jack Miller ha conquistato un podio finalmente convincente, mentre Jorge Martin è una conferma piacevole, che fa capire come il giovane spagnolo sia ormai pronto per quel salto che gli permetterà, magari dalla prossima stagione, di stare sempre con i migliori. E poi chissà.

Pecco Bagnaia poi non smette di stupire. Ancora una vittoria, il degno finale di una stagione comunque da incorniciare, la prima nel box ufficiale Ducati, la prima in cui doveva necessariamente fare qualcosa d’importante. E lo ha fatto. Certo, è mancato il titolo, però essere secondo a un passo da Fabio Quartararo è comunque qualcosa di speciale. Un primo passo verso la gloria, verrebbe da dire. Perché uno come lui la merita, ma soprattutto la raggiungerà, di sicuro. Perché se è vero che lui non è Valentino Rossi, di sicuro è un suo allievo.

Dopo una stagione di apprendistato, saprà fare ancora meglio il prossimo anno. E meglio vuol dire diventare campione. Ne ha i mezzi, ma soprattutto ha un’intelligenza di guida come pochi, e lo ha dimostrato gara dopo gara. Oggi ha battuto tutti non solo perché ha la moto più forte, ma perchè è il più forte, come testa, come talento, come strategia. Perché oggi ha dimostrato di saper ragionare in gara, proprio come i grandi sanno fare. Ed è questo il grande bagaglio che si poterà per la prossima stagione.

Quartararo, primi segni di sofferenza

La Suzuki può gioire, perché per un Alex Rins ancora sprecone c’è un Joan Mir che ha ribadito che la moto è tornata a livelli competitivi e può ben sperare per la prossima stagione. Per il resto invece emerge il quinto e anonimo posto di Fabio Quartararo. Sembra già lontano il titolo vinto a Misano. Colpa di una Yamaha che è in caduta libera da metà stagione. E così è davvero dura.

Soprattutto si mette male già in ottica 2022 per il francese, che se vuole lottare per il bis iridato dovrà tirare fuori qualcosa da una M1 che è sempre un passo indietro alla concorrenza, da diverse stagioni a questa parte. Qualcosa dovranno fare per dargli una opportunità vera di lottare con i migliori. Ma lo faranno davvero? Anche perché da Valentino Rossi a Vinales, ne sono passati di piloti che hanno lanciato grida d’aiuto, quasi sempre rimaste inascoltate.

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Fabio Quartararo ai box (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)
Fabio Quartararo ai box (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)
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