“Ferrari non ha pagato le tasse in Italia sui suoi piloti”: l’inchiesta di Report

È andata in onda su Rai3 una inchiesta che ha riguardato la Ferrari e la gestione dei contratti dei suoi piloti. Ecco cosa è uscito fuori

Carlos Sainz Jr. e Charles Leclerc (Foto di Joe Portlock/Getty Images)
Carlos Sainz Jr. e Charles Leclerc (Foto di Joe Portlock/Getty Images)

Anche la F1 finisce nel mirino di Report, la trasmissione d’inchiesta di Rai3. E in particolare sotto la lente d’ingrandimento è finita la Ferrari e la gestione dei contratti dei suoi piloti.

La strana società svizzera della Ferrari

La trasmissione si è concentrata sui contratti dei piloti Ferrari pagati sino al 2020 attraverso una società svizzera, direttamente collegata a Maranello. A parlarne Emilio De Santis, commercialista sino a poco tempo fa di Antonio Giovinazzi, che ha spiegato quali sono le modalità di pagamento dei piloti.

I compensi degli sportivi sono tassati esclusivamente nel luogo dove avviene la manifestazione alla quale partecipano“, ha raccontato all’inviata di Report. “Se c’è un compenso generale che prevede la partecipazione all’evento, per la quota parte di questa presenza sono tassato in Italia”.

In pratica i piloti di F1 sono considerati dei lavoratori autonomi e i versamenti fiscali sono fatti dalla scuderia a cui appartengono, che risultano come loro committenti e agiscono come sostituto d’imposta, trattenendo la parte dovuta. De Santis però poi tira in ballo “alcune scuderie italiane” che sono solite utilizzare società esterne per pagare le imposte, evitando così il discorso della ritenuta. E tra queste, secondo il commercialista, c’è proprio la Ferrari.

Rivelazioni di una fonte anonima

La trasmissione di Rai3 poi ha fatto ascoltare un consulente fiscale, che è voluto rimanere anonimo, che è andato anche oltre, mostrando il contratto di un pilota della Ferrari, il cui rapporto lavorativo risultava essere con GSA – Gestions Sportives Automobiles. Proprio per questa società, con sede in Svizzera, passavano i contratti di piloti Alfa Romeo e Ferrari. E questa società inviava al consulente le certificazioni delle imposte pagate nei luoghi delle gare.

Quello che risulta strano però a detta di questa fonte anonima è che per la gara di Monza Monza non c’è stato il pagamento della ritenuta. Secondo il consulente però è tutto legale, poiché chi ha la propria sede all’estero non ha nessun obbligo di versare la ritenuta al fisco italiano.

Report ha voluto andare a fondo della faccenda e ha scoperto che GSA è controllata al 100% da Ferrari e che Maranello ha attinto dalla società svizzera (che ha dieci dipendenti) 45 milioni di euro nel 2020 e quasi 60 nel 2019. Visitando la sede a Ginevra però la giornalista ha trovato solo una porta blindata all’interno di un edificio, che ospita altre compagnie. In pratica quello che è emerso è il vantaggio di Ferrari di servirsi di questa società, poiché lì si paga il 5% sul reddito d’impresa, invece del 24% in Italia.

La replica Ferrari

Non si è fatta attendere però la replica della Ferrari: “GSA è in liquidazione. Gestiva i rapporti con i piloti di diverse categorie, garantendo l’equilibrio economico con i ricavi commerciali correlati. GSA era stata costituita in Svizzera, perché è la patria delle più grandi federazioni sportive come Fifa, Uefa e FIA. E risultava anche la piazza più organizzata per la presenza di professionisti a tutelare i diritti dei professionisti dello sport. GSA ha ottemperato a tutti gli obblighi fiscali nei Paesi che ospitavano i GP (quello d’Italia incluso)”. Oggi infatti i contratti dei piloti della Ferrari li gestisce direttamente la scuderia di Maranello.

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La SF21 in pista (Foto di Clive Mason/Getty Images)
La SF21 in pista (Foto di Clive Mason/Getty Images)
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